Uscire dalle crisi: le sfide per l’Europa
Quella in Ucraina è una guerra esistenziale per Vladimir Putin. Se la perde, perde il potere. Ed è per questo che vuole, con ogni mezzo, (…)Uscire dalle crisi: le sfide per l’Europa
Quella in Ucraina è una guerra esistenziale per Vladimir Putin. Se la perde, perde il potere. Ed è per questo che vuole, con ogni mezzo, (…)Uscire dalle crisi: le sfide per l’Europa
Il periodo di iperglobalizzazione iniziato negli anni ‘80 ha visto una frammentazione globale delle filiere produttive verso aree geografiche caratterizzate da costi di produzione inferiori. Tuttavia, nell’ultima decade tale fenomeno di offshoring è stato rallentato e in parte invertito.
Non si sta vivendo un’epoca di cambiamento, ma un cambiamento d’epoca. Lo stato dell’arte è quello di un pianeta malato. I costi di questa malattia si fanno sentire anche sul fronte economico: l’ultimo rapporto di IPCC stima un danno pari allo 0,25% del PIL mondiale come conseguenza dei cambiamenti climatici.
Panel Discussion in collaborazione con
Ufficio in Italia del Parlamento Europeo e Rappresentanza in Italia della Commissione Europea
LAPS-Laboratorio Analisi Politiche e Sociali dell’Università di Siena
La questione che si pone in modo più immediato è l’evoluzione del conflitto militare: appare sempre più probabile una situazione di protratto stallo militare sul territorio ucraino, quasi certamente impossibile da superare fintanto che il regime politico a Mosca resterà quello attuale.
La guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina sta producendo effetti globali, soprattutto in chiave energetica e più ampiamente economica, in un contesto internazionale che era già piuttosto instabile. Nonostante la frammentazione o regionalizzazione di alcuni fenomeni in corso, la globalizzazione rimane complessivamente una realtà fondamentale per il mondo di oggi, sia in chiave di interdipendenza commerciale che ancor più di connessioni finanziarie – settore in cui il predominio occidentale resta netto.
La riqualificazione del territorio urbano continua a essere una sfida importante per le città di tutto il mondo. Diversi sono i modelli presenti in questo campo: dal recupero di aree industriali dismesse (brownfield) a una rigenerazione diffusa portata avanti da una pluralità di attori, fino a un classico volano di investimenti come i grandi eventi.
L’ecosistema nazionale delle start-up ha compiuto, negli ultimi anni, numerosi passi avanti. Pur essendo ancor lontana dai livelli di altre economie avanzate, l’Italia ha l’opportunità di continuare ad accelerare e ridurre il divario nella creazione di aziende innovative. La sfida non riguarda solo l’economia, ma tutta la società che sconta livelli di inattività giovanile fra i maggiori d’Europa. La creazione di opportunità e la promozione di una cultura che sia favorevole all’impresa e al rischio diventano così un investimento sul futuro del Paese.
Il governo dei dati, l’estrazione e l’elaborazione delle informazioni sono processi strategici fondamentali. Il loro impatto spazia dai business model delle imprese agli equilibri geopolitici.
I nuovi strumenti tecnologici hanno innescato, negli ultimi anni, una fortissima accelerazione nella digitalizzazione della finanza, cambiando radicalmente l’esperienza degli utenti e stravolgendo i fondamentali storici delle istituzioni del settore.
Un mondo da ripensare e da ridisegnare è un’opportunità unica per il made in Italy. La ripresa post-pandemica ha fatto registrare un rilancio importante delle esportazioni italiane che rimangono fra le più diversificate al mondo per numero dei prodotti. Questo export diffuso, risultato di un grande sforzo creativo, ben rappresenta un settore simbolo per l’industria nazionale come quello del legno-arredo.
Il Codice degli appalti rappresenta in primis uno strumento cruciale per consentire alle opere pubbliche di essere realizzate in modo innovativo, rapido ed efficiente. L’attuale Codice, che risale al 2016, è stato oggetto di continue riforme che lo hanno reso non solo un cantiere sempre aperto, ma anche un’opera incompiuta in ordine ad aspetti di estremo rilievo, quali ad esempio la digitalizzazione e la qualificazione delle stazioni appaltanti, la cui disciplina stenta ancora a trovare piena attuazione.
La difficile situazione che il mondo sta attraversando dal punto di vista dell’approvvigionamento alimentare non inizia con l’invasione russa dell’Ucraina: ci sono state numerose avvisaglie nei due anni della pandemia e, prima ancora, con la crisi alimentare del 2008.
Una riflessione sul futuro dell’Europa che parte dall’attualità, ma ambisce a immaginare la situazione interna e il contesto mondiale nel medio-lungo termine ha caratterizzato la prima tavola rotonda in modalità ibrida che ha riunito gli Aspen Junior Fellows.
Le trasformazioni innescate dalla pandemia offrono l’occasione per realizzare i cambiamenti strutturali che il mercato del lavoro italiano attende da tempo. Se da un lato la diffusione dello smart working può offrire, pur nelle specificità dei singoli settori economici, un’occasione per migliorare la conciliazione con il tempo libero e gli impegni familiari, dall’altro la crisi innescata dal Covid ha avuto pesanti ripercussioni su quelle categorie che già soffrivano condizioni di svantaggio.
Di fronte all’aggressione russa all’Ucraina, c’è un ampio consenso sull’esigenza di dare risposte ferme e coerenti da parte della comunità internazionale, e in particolare dell’Europa. C’è anche una chiara consapevolezza che le misure punitive o di sostegno militare alle forze ucraine non saranno comunque sufficienti, di per sé, a cambiare radicalmente l’esito dello scontro militare, a meno di una serie di successi sul campo da parte ucraina che al momento appaiono difficili da prevedere.
Il dollaro rimane una valuta forte. L’euro, che rappresenta comunque un’economia molto solida e avanzata, non è però ancora riuscito nell’impresa di diventare una moneta di riserva.
Il nuovo paradigma del population health mira contemporaneamente a offrire una cura appropriata ed efficace per ogni singolo cittadino e allo stesso tempo rispondere alla sfida posta ai sistemi sanitari dai “big killer” – le grandi patologie croniche come le patologie cardiovascolari – e dall’invecchiamento della popolazione.
La cosiddetta “doppia rivoluzione” che è stata avviata, digitale ed ecologica, impatta direttamente il settore automotive e tutta la filiera industriale alle sue spalle.
A seguito della guerra in Ucraina – e non solo – il sistema finanziario internazionale sta attraversando e attraverserà profondi cambiamenti. Il dollaro, valuta di riserva per eccellenza, rafforzerà la sua posizione. L’euro, dal canto suo, pur aspirando a diventare la seconda valuta di riserva mondiale, avrà di fronte una strada ancora molto lunga. Senza dimenticare che la difficile situazione internazionale contribuirà ad aumentare il divario proprio tra euro e dollaro.