con il contributo di: Fondazione Banca del Monte di Lombardia e Leonardo
in collaborazione con: Intesa Sanpaolo e Università degli Studi di Pavia
La battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525 è stato un evento rivoluzionario e la prima grande battaglia europea per composizione degli eserciti e per la scala geopolitica degli obiettivi e delle operazioni. Inoltre, una battaglia in cui l’arma da fuoco, la nuova tecnologia, è stata usata per la prima volta in campagna e in cui il popolo ha battuto la nobiltà. Oggi, come è stato allora a Pavia, la guerra in Ucraina apre nuove prospettive, tanto politiche – il dibattito iniziato sulla difesa europea – quanto tecnologiche sul futuro della sicurezza.
La Conferenza inaugura il Progetto “La battaglia di Pavia e il futuro della difesa europea (1525-2025)”, promosso da Aspen Institute Italia con il contributo della Fondazione Banca del Monte di Lombardia e Leonardo e in collaborazione con Intesa Sanpaolo e l’Università degli Studi di Pavia. L’iniziativa intende valorizzare le analogie fra la battaglia e le attuali sfide geopolitiche e della sicurezza europea. L’obiettivo è costruire un percorso che sino al 2025 (quinto centenario dalla battaglia), attraverso conferenze e seminari, realizzi proposte innovative sul tema della difesa comune europea, in una prospettiva di mantenimento dei valori di pace e sicurezza in un tempo di ricerca di nuovi equilibri mondiali, di accelerazione tecnologica e delle strategie politiche e militari conseguenti.
Nell’ultimo decennio una serie di eventi rilevanti hanno destabilizzato i cardini del sistema internazionale emerso dopo la fine della Guerra Fredda. Questi eventi, come la recente invasione russa dell’Ucraina, hanno avuto effetti dirompenti. L’Europa di oggi ha disallineato le fonti della sua sicurezza dalle fonti del proprio benessere, dipendendo dagli Stati Uniti per la propria difesa, dalla Cina per l’elettronica e la manifattura, dalla Russia per l’energia. La pandemia ha messo in discussione la globalizzazione e quindi l’approvvigionamento produttivo, inclusa l’elettronica, che ha origine fuori dai confini europei. La guerra in Ucraina ha inoltre messo in discussione la fornitura energetica e le reali capacità di difesa comune in un potenziale scenario di minaccia reale ai confini dell’Unione Europea.
In questo quadro, i Paesi dell’Unione Europea devono ripensare alcuni degli assunti su cui hanno agito negli ultimi anni. Un tema centrale è proprio la difesa che, tuttavia, diventa oggetto di riflessione a causa delle complesse trasformazioni in corso, a partire dalla transizione energetica e dall’accelerazione tecnologica.
Con la guerra in Ucraina, infatti, l’Europa ha mostrato un notevole grado di unità politica, ma la difesa vera e propria è stata fornita dalla NATO. Nel corso degli ultimi decenni, i Paesi europei hanno aumentato la propria spesa militare. Più cooperazione e integrazione sono però necessarie. In un momento di difficoltà economiche dovute alle conseguenze della pandemia e della guerra, meccanismi di finanziamento comune possono rappresentare un importante passo – proprio come è stato fatto per la pandemia – sia politico-strategico che operativo.
In questo contesto, è utile ricordare i punti di forza dell’Italia, che ha Forze Armate addestrate e preparate, dotate di mezzi d’eccellenza, generalmente forniti da aziende nazionali. L’Italia, inoltre, in quanto fondatore della NATO e dell’Unione Europea, gode di ottimi rapporti politici, che si riflettono in eccellenti cooperazioni industriali anche nel campo della difesa.
Per affrontare le sfide future serve tuttavia anche un cambio di mentalità. Il tema politico della sovranità – che costituisce un vincolo importante – è un aspetto al quale vanno sommati altri ambiti, soprattutto quando si parla di nuove tecnologie. La guerra cosiddetta asimmetrica si basa su numerose innovazioni, dal cyber allo spazio, dalla disinformazione all’intelligenza artificiale o al cloud computing. Favorire l’innovazione tecnologica in questi campi richiede investimenti, ma in alcuni casi anche modelli organizzativi differenti, nuovi quadri legislativi o approcci differenti agli investimenti.
Con il cambiamento tecnologico, si aprono nuovi domini: allora l’America, oggi il cyber-spazio. Nuove tecnologie possono anche favorire l’ascesa di nuove costellazioni politiche, gli Stati moderni allora, forse l’Europa più unita domani. Le nuove tecnologie creano anche trasformazioni economiche che alterano le gerarchie sociali interne alle comunità politiche, ma anche quelle tra Stati e nazioni. La battaglia di Pavia vide scontrarsi popolo e nobiltà. I combattenti del cyberspazio sono però in alcuni casi difficilmente inquadrabili oggi in classi sociali.
Cittadini e istituzioni devono affrontare importanti sfide che riguardano il proprio benessere, la propria sicurezza e la stabilità internazionale. La “battaglia” è interpretare i cambiamenti in corso e tradurli in opportunità e iniziative. Con l’obiettivo primario di costruire un mondo più sicuro e pacifico, di prosperità condivisa e solidarietà intergenerazionale intorno a valori comuni dell’Italia e dell’Europa.