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Il nuovo Codice degli Appalti

  • Roma
  • 19 Dicembre 2022

        Il Codice degli Appalti è un corpo normativo di grande rilievo per l’Italia odierna, soprattutto alla luce dello sforzo che al Paese è richiesto nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La riforma del Codice, prevista dalla legge delega 78/2022, contiene importanti novità: la prima e più rilevante riguarda il ruolo del Consiglio di Stato che è stato investito direttamente della preparazione del testo, non solo come mero fornitore di competenze o di esperti. Ne è risultata una commissione preparatoria che, avvalendosi delle competenze dell’organo costituzionale, ha allargato la propria composizione in ottica multidisciplinare, coinvolgendo altri professionisti quali informatici, ingegneri, linguisti. Inoltre, i lavori preparatori hanno compreso uno studio comparativo, propedeutico ad armonizzare la fortissima influenza che gli organi e le normative europee esercitano nel campo dei contratti pubblici.

        Il nuovo testo – che è stato consegnato in soli 3 mesi e mezzo al governo uscente e poi, dopo altre integrazioni, è stato inviato a dicembre al nuovo esecutivo – ribalta la logica con cui il settore degli appalti pubblici è stato regolato fino ad oggi. Non si tratta più di un insieme di norme pensate per evitare che si commettano abusi, ma ci si orienta verso il raggiungimento del risultato come obiettivo primario. Per questo il resto contiene numerose semplificazioni alla normativa attuale e valorizza la discrezionalità delle amministrazioni, offrendo più libertà agli enti aggiudicatori e permettendo loro di dialogare maggiormente e meglio con gli operatori. Tutto questo è accompagnato, come fattore, abilitante dalla richiesta di una maggiore digitalizzazione.

        Oltre alle modalità di preparazione della proposta di riforma, la principale novità del Codice, riguarda la sua capacità di auto-attuazione: il testo già contiene le norme attuative  necessarie, consentendo di anticipare le scadenze che l’Europa ha imposto. L’iter del  nuovo Codice lascia, infatti, un periodo di tre mesi, fino a inizio luglio, fra l’approvazione e l’effettiva applicazione. Si tratta di un tempo propedeutico a formare adeguatamente la Pubblica Amministrazione e a garantire così norme efficaci per il completamento dei bandi del PNRR.

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