The China challenge
In coincidenza con il summit “strategico ed economico” tra Cina e Stati Uniti a Pechino, si è tenuto a Milano un seminario con Edward Tse, presidente di Booz & Company in Cina e tra i maggiori esperti del mercato cinese.
In coincidenza con il summit “strategico ed economico” tra Cina e Stati Uniti a Pechino, si è tenuto a Milano un seminario con Edward Tse, presidente di Booz & Company in Cina e tra i maggiori esperti del mercato cinese.
Il federalismo è ormai pienamente al centro del dibattito politico italiano, sebbene appena un decennio fa fosse da molti considerato una questione piuttosto eterodossa o un tema provocatorio.
La ripartizione dei ruoli e delle responsabilità tra più livelli di governance è in effetti un’esigenza condivisa da tutte le democrazie avanzate, vista la complessità crescente delle nostre economie è dunque anche del rapporto tra le autorità e i cittadini.
Identità è una parola “multipla”: non ne esiste, paradossalmente, una sola, ma molte che hanno caratteritische, origini e processi di costruzione diversi. L’identità individuale, ad esempio, viene spesso messa in discussione nel momento in cui viene affermata: è S.Agostino a spiegare che proprio il senso del dubbio caratterizza i momenti fondamentali della vita. L’io prende consapevolezza di sé per un processo di sottrazione: sono tutto meno quello che non sono.
Al centro del dibattito, organizato in collaborazione con l’ISPI e il TG1, un bilancio del primo anno della Presidenza Obama, una valutazione della crisi economico-finaziaria e degli strumenti messi a punto per superarla, nonché il rapporto tra la nuova amministrazione e l’Europa.
I processi di globalizzazione hanno reso più complessa la lotta alla malavita. Le attività criminali si sono allargate su scala mondiale, crescendo insieme all’internazionalizzazione degli scambi commerciali e all’intensificarsi del fenomeno migratorio. Al tempo stesso, la presenza malavitosa ha mantenuto una dimensione locale forte, basata sul radicamento territoriale e sulla penetrazione nel tessuto sociale.
Il ritorno dell’energia dell’atomo è un tema d’attualità e di dibattito in molti paesi del mondo, così come lo è in Italia. I dati ufficiali confermano questo fermento: 65 nuove centrali sono in costruzione in 16 diversi paesi. Secondo alcuni la scelta del nucleare per l’Italia è una scelta giustificata da molteplici fattori tecnici, economici e geopolitici; altri si spingono oltre definendola una scelta quasi “inevitabile”.
Il risparmio ha svolto un ruolo chiave nel difendere la stabilità dell’Italia nelle fasi più acute della recente crisi finanziaria, e può svolgere un ruolo ancora più importante adesso come motore su cui innestare la ripresa e la crescita economica del Paese.
Nell’attuale fase di grande incertezza sulla ripresa dell’economia globale, è aumentato l’interesse per le prospettive del continente sudamericano, che sembra finalmente in grado di sfruttare al meglio il suo potenziale. L’asse tra Unione Europea e America Latina ha spesso suscitato aspettative troppo alte, ma l’aumento dell’interscambio – sia commerciale che finanziario – è oggi guidato da una logica “bottom up”: le forme di interdipendenza più promettenti stanno emergendo in modo pragmatico e stanno producendo benefici concreti.
Solo l’anno scorso, in media, le famiglie italiane hanno speso più di 35 miliardi di euro per la mobilità. Sempre nel 2009 il costo della congestione nelle aree metropolitane è stato di circa 9 miliardi di euro. Solo a Roma, per esempio, si bruciano dai 12 ai 15 milioni di carburante, a cui vanno aggiunti i costi prodotti dall’aumento dell’inquinamento urbano ed extraurbano e dall’incidentalità.
A Palazzo Litta, a Milano, si è tenuta la quattordicesima edizione della conferenza annuale degli Amici di Aspen che ha proposto una riflessione su come il binomio cultura e innovazione possano innescare nuove forme di leadership in grado di far ripartire anche la vita economica, con particolare attenzione al tessuto imprenditoriale.
Sono oltre dieci i punti percentuali di differenziale di crescita che negli ultimi 10 anni separano l’Italia dalla media dei paesi dell’eurozona: e se è vero che alcuni di questi hanno avuto una crescita non sostenibile, perché basata sull’espansione dell’indebitamento privato o pubblico, resta comunque penalizzante il confronto con paesi più virtuosi come Germania e, soprattutto, Francia. Tale ritardo è in parte dovuto alle difficoltà del Mezzogiorno, che si presenta oggi come pericolosamente simile alla Grecia, e su molti fattori anche nettamente più debole.
Export: motore della crescita del Paese e, al contempo, specchio di un sistema produttivo proiettato verso il mondo. Questa duplice caratterizzazione delle esportazioni italiane rappresenta, da oltre un decennio, un argomento preminente nel dibattito pubblico relativo alla competitività dell’economia nazionale in epoca di globalizzazione.
Radici da declinare al plurale, come composizione di un mosaico di contributi e significati, a volte anche conflittuali. Le fondamenta della cultura italiana non possono essere altrimenti descritte: una pluralità di conoscenze, costumi e saperi che hanno maturato nel tempo un carattere unitario. Il risultato è una originale composizione delle differenze generate da tre grandi epoche storiche segnate rispettivamente dalla preponderanza dei Comuni medievali, dalle nuove teorie scientifiche di matrice rinascimentale e dalla rivoluzione industriale.
Il dibattito sulla necessità di ampliare l’orizzonte degli indicatori economici – in particolare quello sulla misurazione del PIL – ha suscitato, all’estero come in Italia, un’ampia serie di riflessioni. Lo studio Aspen Institute-Fondazione Edison, “L’Italia nella nuova geo-economia del G20”, intende essere un contributo a tale discussione.Dallo studio emerge un’Italia meglio posizionata rispetto alle classifiche tradizionali. Il confronto con le altre economie industrializzate è favorevole in una moltitudine di campi.
Il seminario si è interrogato sugli sviluppi del concetto di progresso e dei modelli di capitalismo alla luce delle profonde modificazioni economiche e sociali indotte dalla crisi finanziaria ed economica. Per far fronte alle nuove sfide appaiono necessari adeguati programmi di riduzione delle disuguaglianze sociali e di integrazione collettiva fondati anche su forme di solidarietà, l’adozione di regole efficaci a livello nazionale e internazionale per prevenire l’esplodere di altre crisi sistemiche, la definizione di innovativi progetti di sviluppo economici e sociali.
Tornare a crescere: dopo lo shock della crisi, l’economia cerca strumenti e modalità per uscire dalla recessione con un nuovo paradigma di sviluppo. Ovunque i primi segnali di ripresa lasciano presagire che il peggio è passato. Anche in Italia. Tuttavia, nel nostro Paese, a dispetto delle indicazioni che arrivano dal mercato finanziario, l’urto della crisi sull’economia reale e sull’occupazione è ben lungi dall’essere archiviato.
La discussione ha messo in luce il divario oggi esistente in Italia tra il mondo della ricerca di base e quello imprenditoriale. Si avverte la mancanza di un’osmosi che da un lato valorizzi i potenziali e dall’altro li sappia inserire in un progetto produttivo che sostenga l’economia del Paese. Servirebbe una regia da parte dello Stato che coordini i centri di ricerca, le amministrazioni sanitarie, l’industria e il mondo regolatorio, in linea con le scelte politiche definite in base ai fabbisogni della sanità del Paese.
I mercati energetici internazionali sono la cartina di tornasole di una crisi dagli esiti ancora incerti. Il drastico crollo della domanda globale ha determinato un forte abbassamento dei prezzi, ma le logiche speculative e le preoccupazioni infondate sull’avvicinarsi del peak oil sostengono ancora artificialmente le quotazioni al di là di ogni fondata indicazione di mercato.
Aspen Institute Italia ha organizzato, il 2-3 dicembre a Pechino, assieme ad Aspen USA e alla Scuola Centrale del Partito Comunista, e in collaborazione con la Fondazione Italia Cina, il “China, Europe, U.S. Trialogue”.
Da parte italiana hanno partecipato, tra gli altri, Giulio Tremonti, John Elkann, Cesare Romiti.