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Attività

Una nuova leadership creativa: la cultura e l’innovazione per l’economia

    • Milano
    • 22 Novembre 2009

          A Palazzo Litta, a Milano, si è tenuta la quattordicesima edizione della conferenza annuale degli Amici di Aspen che ha proposto una riflessione su come il binomio cultura e innovazione possano innescare nuove forme di leadership in grado di far ripartire anche la vita economica, con particolare attenzione al tessuto imprenditoriale.

          Come tradizione, la conferenza – presieduta per la prima volta dal presidente del gruppo Beatrice Trussardi – ha offerto anche l’occasione di presentare i nuovi associati al gruppo e di illustrarne le attività.

          Oggi, il mondo è caratterizzato da una incertezza che non è puramente e solo economica, le radici della società e il ruolo delle imprese sono da ridisegnare: vanno seguite nuove strade di confronto e di dialogo. Le aziende migliori sono caratterizzate da un senso di appartenenza e condivisione che andrebbe trasferito all’esterno di esse. È importante individuare nuove strade per coinvolgere più direttamente gli individui nella vita dell’impresa.

          La diffusione della tecnologia e delle reti informatiche ha completamente trasformato i meccanismi della comunicazione tra chi produce e chi acquista. Per usare una metafora, alla linea retta sulla quale si procedeva in passato oggi si è piuttosto sostituito un cerchio all’interno del quale idee, processi, prodotti sono concepiti e scambiati. Questo grazie anche alla spinta propulsiva data dalla libera circolazione di idee sulla rete di internet, oltre che la pressante importanza dei social network nella creazione di circoli transnazionali di nuovi leader d’opinione.

          In questo contesto la società, e in particolare l’impresa, devono guardare alla ricerca culturale e alla tecnologia come strumenti basilari per la creazione di un senso comune. La proposta culturale, l’innovazione tecnologica, la ricerca scientifica e l’educazione sono gli strumenti grazie ai quali è possibile creare un nuovo senso di comunità. Però per applicare un nuovo modello è anche necessario riflettere sulle nostre attività, mettere in discussione i ruoli e cercare di indicare nuove modalità di leadership. Questo processo così proposto è stato definito di leadership creativa. Alcuni esempi si hanno da chi oggi dalla pubblica amministrazione alle istituzioni private, dalle aziende alle università fa uso di modelli innovativi di partecipazione, dove la creatività è intesa e proposta in una ottica completamente diversa, come motore di idee e di cambiamento e come vero strumento di sviluppo economico. Va incoraggiato e sostenuto il ruolo di sperimentazione svolto dalla leadership pubblica, e si è anche sottolineato che la cultura offre una delle più importanti (e meno comprese) piattaforme di innovazione.

          Un primo esempio viene dal mondo della moda che ha i numeri della cultura d’impresa e le idee dell’innovazione, è misurabile con gli strumenti propri delle aziende e al tempo stesso è luogo di contaminazione di saperi. Vi sono attori coinvolti da diversi settori, è un mondo rizomatico, nel quale va messo a punto un sistema italiano, che però non sia scioccamente nazionalista. È importante puntare sulla formazione universitaria, dove formare creatività e talento, perché dare un valore alla scuola vuol dire definire l’identità. La progettazione del futuro riparte dal locale e da chi sta sperimentando nuove forme di marketing culturale e osserva che spingere l’offerta culturale coniugandola al gradimento del pubblico, sono le due variabili in relazione diretta per avere un fertile terreno all’innovazione. Anche la rete rappresenta un canale di accesso a servizi culturali ed eventi resi meno esclusivi. In altri termini, va sostenuta la partecipazione culturale “costringendo” le persone a utilizzare le capacità cognitive, come per esempio quando all’ascolto della musica possa seguire il provare a far musica.

          Attraverso una serie di testimonianze si è analizzato il ruolo importante svolto nell’organizzazione futura dall’interdisciplinarietà, di come arte e architettura contribuiscano a valorizzare il marchio e infine è stato illustrato il caso di una impresa italiana dove la chimica più innovativa applicata all’ambiente conosce punte di eccellenza in una osmosi tra accademia e laboratori industriali. È anche emersa una forte richiesta di studiare una fiscalità che incoraggi gli investimenti dei privati e si è ribadita l’importanza di coinvolgere i privati nella gestione dei beni culturali purché si garantisca una governance trasparente, durevole – al riparo dai frequenti cambi di governo degli enti locali – e si riduca la fiscalità in materia culturale.

          A conclusione dei lavori John Maeda, direttore della Rhode Island School of Design ha illustrato la sua teoria di come il volano del futuro sia appunto la tecnologia e la cultura applicata all’impresa, introducendo un nuovo modello di economia in cui al paradigma classico dello S.T.E.M. (Science, Technology, Engineering, and Math) si accompagna l’I.D.E.A. (Intuition, Design, Emotion, and Art).

            Strillo: Una nuova leadership creativa: la cultura e l’innovazione per l’economia