Vai al contenuto

mercati internazionali

  • Roma
  • 20 Gennaio 2015
     
     

    Rethinking energy security: economics and geopolitics

      Il basso prezzo del petrolio e la conseguente volatilità stanno determinando instabilità nei mercati energetici. E le cose non tenderanno a cambiare, almeno per un po’. La scelta effettuata dall’Opec di mantenere inalterati i livelli di produzione nonostante il calo dei prezzi ha sollevato alcune questioni, a cominciare dal ruolo dell’Arabia Saudita nella decisione finale assunta dal cartello tra i paesi produttori di petrolio. I sauditi infatti, potrebbero avere tutto l’interesse a colpire avversari come l’Iran e forse il Venezuela e la Russia.

    • Roma
    • 20 Gennaio 2015
       
       

      L’energia del futuro. Nuove fonti e nuovi mercati per Stati Uniti ed Europa

        Un legame importante quello tra Stati Uniti ed Europa, ancor più strategico se si parla di energia. Eppure il rapporto transatlantico soffre in questo settore di un divario se non incolmabile, certamente preoccupante. Da una parte gli Stati Uniti, con la loro ormai quasi raggiunta indipendenza energetica, grazie anche alla produzione di shale gas in crescita.

      • New York
      • 10 Febbraio 2015
         
         

        Italy: we are open for business

          Un sostanziale ottimismo velato da antichi timori: questa la sensazione più ricorrente negli interventi al terzo New York Summit “Italy meets the United States of America” intitolato quest’anno “Italy: we are open for business”. L’incontro organizzato da Italian Business & Investment, Aspen Institute Italia, Consiglio per le Relazioni tra Italia e Stati Uniti, ha inteso illustrare agli investitori statunitensi “l’opportunità Italia” in termini di incoming e outgoing investment.

        • New York
        • 28 Febbraio 2014
           
           

          The economic future of Europe and the US, the TTIP implications and investment opportunities in Italy

            La conferenza, organizzata in collaborazione con Italian Business & Investment Initiative, ha messo in rilievo l’apertura di credito nei confronti dell’Italia proprio perché ha asset, spesso non conosciuti, che attirano gli interessi degli investitori. L’esecuzione delle riforme (non l’annuncio o il varo) la necessità di dare certezza, prevedibilità e ambiente business friendly, rimangono il vero esame da superare; l’attrazione degli investimenti esteri è un settore molto competitivo, ogni Paese è molto aggressivo. 

          • Roma
          • 2 Aprile 2014
             
             

            Europe’s shifting politics: the challenge of smarter integration

              C’è un ampio consenso sulle questioni centrali che determineranno la sostenibilità e l’efficienza dell’eurozona (e in certa della stessa Unione Europea nel suo insieme): i meccanismi comuni europei; il consenso politico interno a fronte di notevoli sacrifici imposti ai cittadini; il funzionamento delle istituzioni nazionali nell’introdurre riforme necessarie; e la fiducia reciproca tra i paesi membri.

            • Milano
            • 10 Novembre 2014
               
               

              Verso EXPO 2015: l’agroalimentare italiano nei mercati globali

                Con un fatturato di 132 miliardi di euro e 385mila addetti, l’industria agroalimentare si è confermata nel 2013 un settore trainante dell’economia italiana, dimostrando, nonostante le difficoltà, una buona tenuta anticiclica. Se all’analisi puramente quantitativa si associa la percezione positiva, diffusa soprattutto all’estero, del genio e della creatività italiana, ne emerge un quadro sostanzialmente ottimistico in vista dell’appuntamento con Expo 2015, momento cruciale per rafforzare lo sviluppo del settore e individuare nuove traiettorie di crescita.

              • Milano
              • 20 Ottobre 2014
                 
                 

                Imprese italiane, mercati globali: come favorire l’internazionalizzazione delle PMI?

                  Non di solo export si vive, ma senza export si muore. È anzitutto attorno a questa asserzione, inopinabile ancorché semplificata, che può inquadrarsi la questione della proiezione delle imprese italiane sui mercati globali. Una materia annosa, quella dell’internazionalizzazione delle PMI, che occupa il dibattito pubblico ormai da decenni, in parallelo con l’intensificarsi dei processi di globalizzazione e rivoluzione tecnologica.

                • Torino
                • 14 Novembre 2014
                   
                   

                  The next industrial revolution. Manufacturing and society in the XXI century

                    Sarà la produttività, non l’occupazione il motore della prossima rivoluzione industriale. E, nonostante le difficoltà di una lunga crisi, l’ala antideclinista ha buone frecce al suo arco per descrivere un futuro in cui manifattura e industria potranno continuare ad avere un ruolo centrale. Lo saranno, tuttavia, solo trasformandosi. Tre grandi realtà economiche –  Asia, Europa e Stati Uniti  – gareggeranno non solo e non più sulla disponibilità di lavoro a basso costo, ma essenzialmente su una migliore qualità degli occupati e su un maggiore valore aggiunto.

                  • Venezia
                  • 9 Maggio 2014
                     
                     

                    L’industria al centro: da dove ripartire per essere competitivi?

                      È un dato ormai assodato che l’industria sia tornata al centro delle strategie di crescita economica dei principali paesi avanzati. Mentre lo è sempre stata in quelli emergenti. L’onda partita dagli USA è approdata, negli ultimi anni, anche in Europa. E la politica industriale, fino a qualche anno fa un cliché fuori moda, è tornata ad essere un argomento cruciale nella definizione delle strategie di politica economica.

                    • Milano
                    • 27 Settembre 2010
                       
                       

                      PMI: crescere e cooperare per competere nel nuovo scenario globale

                        A più di tre anni di distanza dallo scoppio della crisi che ha investito l’economia mondiale, le imprese italiane dimostrano di aver complessivamente retto l’impatto dello tsunami economico-finanziario. Il Paese rimane la quinta potenza manifatturiera mondiale e la seconda in Europa dietro la Germania, viaggiando in controtendenza rispetto alla progressiva riduzione delle quote di mercato delle tradizionali economie industriali, Stati Uniti e Giappone in primis.

                      • Milano
                      • 26 Luglio 2010
                         
                         

                        Una nuova strategia internazionale: sfide e opportunità per le imprese

                          La crisi finanziaria ha mutato notevolmente lo scenario in cui operano le imprese italiane, introducendo, nel settore dell’export, nuove problematiche che non riguardano solo i cambiamenti strutturali dei mercati dei capitali, ma anche le difficoltà nell’assicurazione del credito.

                        • Milano
                        • 22 Febbraio 2010
                           
                           

                          Favorire le esportazioni

                            Export: motore della crescita del Paese e, al contempo, specchio di un sistema produttivo proiettato verso il mondo. Questa duplice caratterizzazione delle esportazioni italiane rappresenta, da oltre un decennio, un argomento preminente nel dibattito pubblico relativo alla competitività dell’economia nazionale in epoca di globalizzazione.

                          • Milano
                          • 26 Gennaio 2009
                             
                             

                            Sistema Europa: quale scenario dopo lo tsunami?

                              L’ultima delle “bolle”, quella immobiliare, generata dall’implosione della struttura finanziaria USA, è il punto finale di oltre un decennio di politiche monetarie americane miopi e di un sistema di sorveglianza insufficiente. La situazione è particolarmente grave: è previsto che la crescita mondiale passi dal 5% del 2007 a poco più dell’1% nel 2009. Si tratta dunque di una recessione la cui durata non è ad oggi prevedibile.

                            • Milano
                            • 2 Febbraio 2009
                               
                               

                              Verso un nuovo capitalismo di mercato?

                                Dalla tavola rotonda è emersa una profonda critica all’opacità del sistema finanziario internazionale, frutto di un’autonomia contrattuale fuori controllo e di una lex mercatoria globale che ha travolto le tradizionali forme organizzative del capitalismo e i compiti di regolamentazione dei pubblici poteri.