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Attività

Una nuova strategia internazionale: sfide e opportunità per le imprese

    • Milano
    • 26 Luglio 2010

          La crisi finanziaria ha mutato notevolmente lo scenario in cui operano le imprese italiane, introducendo, nel settore dell’export, nuove problematiche che non riguardano solo i cambiamenti strutturali dei mercati dei capitali, ma anche le difficoltà nell’assicurazione del credito.

          Inoltre l’egemonia dell’Europa sui mercati internazionali, le cui radici affondavano nelle relazioni commerciali costruite fin dall’epoca coloniale, è in declino. I recenti cambiamenti stanno portando i Paesi emergenti in posizione di vantaggio, esponendo il modello di sviluppo europeo e il suo corposo sistema di regole ai rischi della competizione internazionale.

          Nonostante le criticità presenti in questa situazione, i dati dimostrano che, negli ultimi mesi, le esportazioni italiane hanno saputo reagire bene, trainate dalla domanda delle economie emergenti. A giugno il flusso di beni e servizi provenienti dall’Italia è aumentato del 67%  verso l’America del Sud, del 68% verso la Turchia e del 31% verso la Cina. Non solo; la nostra economia ha dimostrato anche una notevole attrattività per gli investitori esteri: secondo le Nazioni Unite nel 2009 l’Italia è stata l’unico mercato occidentale a vedere raddoppiati gli investimenti in entrata, passati da 17 a 31 miliardi di dollari.

          Per continuare a crescere il Paese deve cercare di fare leva sui propri punti di forza risolvendo nel contempo le condizioni di criticità che indeboliscono il sistema economico. Questo significa puntare sulla dinamicità delle piccole e medie imprese, aiutandole però a raggiungere le nuove frontiere produttive e distributive dei mercati emergenti.

          In quest’opera non solo è fondamentale il ruolo del nostro sistema creditizio, che si è dimostrato uno dei più solidi in Europa, ma anche un maggiore sostegno alle reti di impresa, in una politica di filiera che integri grandi e piccole aziende. Per far questo può essere necessario migliorare il sistema di finanziamento e adattarlo alla realtà delle filiere, favorendo le sinergie.

          Altro tema fondamentale riguarda il sistema di promozione dell’export italiano. Le strutture esistenti attendono una razionalizzazione che ne possa aumentare efficienza ed efficacia. In particolare risulterebbe utile un miglior coordinamento fra tutte le realtà che si occupano della promozione dell’Italia nel mondo, arrivando a ipotizzare la nascita di una struttura unica, magari di diritto privato, capace di muoversi agilmente sui mercati.

          La finalità di queste riforme deve essere quella di sostenere e orientare il sistema verso una struttura caratterizzata da medie imprese multinazionali organizzate in filiere e capaci di competere sui mercati mondiali. A questo proposito non è necessaria solo una rivoluzione nella promozione, ma anche un maggiore investimento nelle risorse umane. La scommessa sulla qualità della forza lavoro, di fronte a una crescente concorrenza internazionale basata sui costi, è infatti essenziale per rispondere alla sfida globale della competitività. Una sfida che i paesi europei sono chiamati ad affrontare attraverso l’innovazione costante e il rinnovamento dei sistemi produttivi.

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