Vai al contenuto
Attività

Come riattivare la crescita

    Incontro con Corrado Passera
    • Milano
    • 9 Ottobre 2009

          L’obiettivo di promuovere in tempi brevi una ripresa duratura è il tema principale dell’agenda economica dei paesi occidentali. Il disagio sociale conseguente alla recessione è espresso da 22 milioni di disoccupati in Europa. A un eccesso di capacità produttiva si associa una minore utilizzabilità della leva dell’indebitamento (che aveva “drogato” il sistema economico innescando la crisi). Stiamo uscendo dalla crisi, ma presto si evidenzieranno importanti differenziali di performance e di qualità della vita fra i vari paesi occidentali.

          Le condizioni per garantire la crescita hanno un costo e richiedono aspettative positive degli operatori economici e delle famiglie.  In particolare per l’Italia, una crescita duratura richiede una simultanea e coordinata attivazione di quattro “motori” propulsivi:

          a) la competitività delle imprese. È una risorsa che l’Italia, come dimostrato in questi ultimi due anni, possiede e che viene espressa dalla capacità di internazionalizzazione del sistema produttivo, dalla qualità e costo dei prodotti, dalla forza organizzativa e finanziaria delle imprese.  La vigilanza e regolamentazione degli intermediari bancari e finanziari in Italia ha limitato gli effetti negativi della crisi nel nostro Paese.

          b) la competitività del sistema-Paese, costituita dalle grandi infrastrutture materiali e immateriali, dal livello dell’istruzione e formazione, dall’efficacia ed efficienza della pubblica amministrazione e della giustizia (si pensi ai tempi e metodi di soluzione delle controversie contrattuali). In questi ambiti la debolezza italiana rimane una sfida aperta. 

          c) la coesione sociale: abbiamo un welfare forte, ma un sistema di regole e di valori debole e non condiviso. Il Terzo settore si affaccia come nuovo soggetto intermedio a supporto della coesione sociale in un approccio solidaristico e di sussidiarietà.   

          d) il dinamismo sociale: l’energia di una società deriva anche dalla sua mobilità interna, sociale e territoriale, dalla premialità del merito, dalla capacità decisionale. Sono aspetti di strutturale debolezza dell’Italia.    

          Per attivare in modo simultaneo e coordinato questi “motori” della crescita è necessario un riorientamento della leadership, a tutti i livelli decisionali, verso  soluzioni innovative per rispondere a problemi nuovi, come la multiculturalità. Se “il futuro non è più quello di una volta” occorre il coraggio di investire nel cambiamento, con una straordinaria capacità di interpretare le nuove opportunità.  

            Contenuti correlati
            Strillo: Come riattivare la crescita