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La mobilità del futuro: le sfide per il sistema economico e infrastrutturale

  • Milano
  • 6 Maggio 2024

        La mobilità, responsabile per il 25% delle emissioni a livello europeo, è uno dei settori su cui si incentra la transizione ecologica. La sua rilevanza nella vita quotidiana dei cittadini, così come l’impatto di un tasso di innovazione tecnologica molto elevato pongono sfide particolarmente urgenti. La prima è quella economica e obbliga a considerare gli investimenti necessari per la mobilità del futuro: le infrastrutture di trasporto, in particolare, richiederanno circa 300 miliardi di euro nel prossimo decennio, con impatti notevoli sia sulle finanze pubbliche sia sul settore privato. A questi si affiancano altri 200 miliardi di risorse riconducibili agli investimenti in telecomunicazioni ed energia per abilitare la transizione. Un’altra sfida importante riguarda il mix di produzione energetica: perché ci sia vera transizione ecologica è necessario che la mobilità “verde” sia alimentata da fonti rinnovabili. La crescita prevista nell’elettrificazione della mobilità richiederà, infatti, nuovi investimenti dal lato della produzione e delle reti per rendere disponibile energia negli orari di picco. Tutte le sfide appena elencate presuppongono anche una sfida industriale su cui l’Europa gioca un’importante partita competitiva. 

        In parallelo non bisogna, però, sottovalutare un elemento essenziale quando si parla di mobilità del futuro: l’evoluzione dei comportamenti e delle scelte individuali. In alcuni di questi campi la rivoluzione sembra già iniziata, con una riduzione delle immatricolazioni di automobili a livello europeo del 5% annuo e un contemporaneo aumento della diffusione di veicoli elettrici o ibridi: questi negli ultimi 5 anni hanno visto salire le immatricolazioni del 60% e potrebbero essere prevalenti nelle vendite a partire dal 2030. 

        L’automobile è sicuramente una delle chiavi per affrontare le sfide della mobilità che tuttavia devono essere misurate anche su altri mezzi di trasporto, passeggeri e merci — che non possono beneficiare dell’elettrificazione — e sui nuovi paradigmi che si stanno diffondendo come quello di Mobility as a Service (MaaS). Il dibattito si deve incentrare, inoltre, sul trasporto pubblico, sia in chiave infrastrutturale sia nell’ottica della notevole riduzione delle emissioni prevista per i mezzi del TPL dalla normativa europea. A ciò si affianca un ragionamento sui collegamenti ad ampio raggio, forse non adeguatamente considerati, come dimostra la scarsa interconnessione presente fra i sistemi ferroviari in  Europa. Il cambiamento culturale deve generare, poi, nuovi modelli di governance che sappiano progettare e gestire le aree urbane, anche in relazione a settori di crescente sviluppo come quello della logistica. In questo senso la transizione tecnologica può innestarsi su importanti riforme e iniziative a livello europeo che riguardano i corridoi di comunicazione, la smart mobility ma anche i progetti sulla sicurezza stradale, capaci di intervenire sui comportamenti individuali e sul benessere dei cittadini. 

        In generale, un tale quadro di crescente complessità normativa e tecnologica richiede un forte coordinamento fra iniziative private e politiche pubbliche, per uno sforzo comune finalizzato a superare gli ostacoli ancora presenti. Gli studi economici evidenziano la necessità di intervenire il prima possibile per affrontare le sfide della transizione ecologica, perché non superare le problematiche attuali porterebbe in futuro a maggiori costi, insieme a effetti negativi sull’ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini. Del resto, solo guardando la mobilità del futuro come un tassello di una più ampia strategia di sviluppo sostenibile è possibile valorizzare il grande impegno — economico, organizzativo, di rinnovamento culturale — necessario nei prossimi anni, trasformando investimenti privati e impegni di finanza pubblica in un moltiplicatore di crescita e benessere.