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Intelligenza Artificiale: quali regole per gestire il cambiamento

  • Roma
  • 29 Febbraio 2024

        L’Intelligenza Artificiale (IA) sta mostrando una straordinaria capacità di conformare la rivoluzione digitale, innescando grandi trasformazioni nell’economia e nella società. Il digitale, del resto, non potenzia o aumenta semplicemente la realtà, ma è in grado di trasformarla radicalmente, creando nuovi ambienti e nuove forme di agire. La sfida a livello globale, quindi, è quella non solo di favorire l’innovazione, ma soprattutto di governarla. 

        Tutto il mondo si sta muovendo in questa direzione e l’IA Act europeo rappresenta un passo importante in tal senso. Eppure, la regolamentazione sconta, per i tempi e i passaggi che la caratterizzano, un ritardo strutturale rispetto a un’evoluzione tecnologica sempre più veloce. Basta pensare che nella prima proposta di regolamento avanzata dalla Commissione europea nel 2021 non si faceva cenno all’IA generativa, oggi invece al centro del dibattito pubblico. 

        Al fine di garantire efficacia, flessibilità e adeguatezza, il quadro regolatorio europeo deve trovare,  poi, referenti adeguati a livello nazionale. Per questo è quanto mai urgente che l’Italia si doti di un’autorità indipendente per l’Intelligenza Artificiale. 

        Le autorità indipendenti hanno una funzione tutoria di interessi costituzionali in campi socialmente rilevanti. La rilevanza che l’IA sta assumendo nella vita quotidiana dei cittadini, così come i rischi che il suo impiego comporta – ad iniziare dalla diffusione di notizie false – suggeriscono la creazione di una nuova autorità, dotata di autonomia e di una visione olistica dell’intera filiera tanto nel settore pubblico come in quello privato. Pur nella necessità di un’ampia collaborazione con i diversi regolatori già esistenti, la presenza di referente unico, dotato di competenze che vadano anche oltre la mera implementazione del regolamento europeo, è anche la miglior strategia per permettere all’Italia di interagire in uno scenario europeo e internazionale contraddistinto da una costante evoluzione tecnologica e normativa. 

        In parallelo all’Europa, infatti, altri grandi attori si sono mossi per affrontare le sfide di governance del settore: la Cina ha disciplinato aspetti specifici dell’IA e ha in programma l’adozione di una legge universale in questo campo, mentre gli Stati Uniti, con l’executive order dell’ottobre 2023, hanno individuato le possibilità di impiego di tali tecnologie nel contesto dell’amministrazione federale, con l’obiettivo di favorire informazione e trasparenza da parte delle aziende, oltre che di mitigare i rischi per la sicurezza nazionale e i consumatori. 

        Sempre nel 2023, nel Regno Unito è stato pubblicato un libro bianco che definisce gli obiettivi della regolamentazione sull’IA; altri Stati come l’India lavorano a progetti simili, con proposte che pur presentano aspetti controversi, fra cui l’introduzione di un meccanismo di controllo governativo sulle fake news prodotte da Intelligenza Artificiale. 

        La sfida per l’Europa e per Italia è trovare un equilibrio fra la tutela dei diritti, che rischiano di essere compromessi da un utilizzo non monitorato di queste tecnologie, e un eccesso di regolamentazione che potrebbe minare ulteriormente lo sviluppo del settore, in forte ritardo rispetto a Cina e Stati Uniti. Il tutto senza compromettere la competitività di altri comparti economici. Del resto, se gli studi mostrano come il regolamento sulla privacy (GDPR) abbia già comportato costi importanti per le aziende nel campo della conservazione dei dati, i nuovi adempimenti dell’IA Art potrebbero pesare ulteriormente sul vasto tessuto italiano di piccole e medie aziende. 

        Un’autorità indipendente dotata di una mission propria, con conformazione e dotazione di personale adeguate, potrebbe rappresentare invece l’attore ideale per guidare l’innovazione e identificare gli strumenti migliori nell’implementazione delle norme, mantenendo chiaro l’obiettivo di aiutare l’economia nazionale a cogliere al meglio le opportunità rappresentate dalla rivoluzione in atto.