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Attività

Ritorno al nucleare futuro: la IV generazione

    • Milano
    • 8 Giugno 2009

          L’undecima edizione ha riunito gli Amici di Aspen  assieme al vertice e a soci dell’istituto, a Milano, presso uno spazio inedito di Palazzo Trussardi alla Scala. La riunione prevede un dibattito su un tema specifico, ma offre anche l’occasione di presentare i nuovi associati al gruppo, raccogliere argomenti per le attività future e annunciare la prossima conferenza annuale di Amici di Aspen – quattordicesima della serie – il prossimo autunno. È stata anche l’occasione di salutare l’avvenuta nomina il 26 maggio del nuovo presidente del gruppo, l’Amico di Aspen Beatrice Trussardi dopo la scomparsa il 31 agosto 2007 del Presidente Ennio Presutti.

          L’innovazione, non solo quella tecnologica, ma a ogni livello; l’attenzione alle dimensioni dell’innovazione d’impresa: cultura, tecnologia e strumenti finanziari; le nuove frontiere della scienza, valorizzare l’ascesa coniugata sulle potenzialità delle persone: sono alcuni dei temi proposti per future riflessioni. A seguire  il dibattito, si è appunto focalizzato sulla fame di energia unita alla necessità di abbattere i costi ambientali ed economici. Tema cruciale per lo sviluppo e la tutela del pianeta. È tornato alla ribalta il nucleare, ma anche i problemi e i timori che lo accompagnano. Per decidere la direzione futura è importante capire a che punto è la ricerca scientifica. Proprio per formarsi un’opinione e conoscere gli ultimi sviluppi della tecnologia e in cosa consista il nucleare di IV generazione, guest-speaker dell’incontro è stato il fisico nucleare Elio Calligarich, coordinatore del gruppo pavese dell’INFN (Istituto nazionale di fisica nucleare), attivo anche nei laboratori nazionali del Gran Sasso come direttore tecnico dell’esperimento Icarus (Imaging for cosmic and rare-events undergound signal), che ha condotto alla creazione di un macchinario rivoluzionario, rivelatore di eventi rari e interazioni di neutrini.

          La politica internazionale dell’energia, come evidente a tutti, è in veloce evoluzione. È anche chiara l’esigenza di una transizione dai combustibili fossili al nucleare. È anche però necessaria la consapevolezza che le energie rinnovabili non riescono ad alimentare l’intera fornitura di corrente elettrica oggi necessaria.

          L’energia eolica, solare e geotermica purtroppo da sole non sono sufficienti e così prevalgono ancora forme di produzione d’energia tradizionale. Il nucleare può assicurare potenza e flusso continuo, perché non dipende dal ciclo delle stagioni, dalla meteorologia o dall’alternarsi di giorno e notte.

          Sembra appunto inevitabile, per questa urgenza, rivolgersi alla tecnologia ritenuta più “matura”: la fissione con neutroni “moderati”. L’inconveniente di questa tecnica, tuttavia, è l’utilizzo assai modesto del combustibile: inferiore al 1%. Valutando le esigenze e la disponibilità nota e presunta di minerale uranifero, è facile prevedere per questo mercato in tempi non lunghi, una tensione crescente: simile a quella ora esistente per il petrolio.

          Questa realtà si è prospettato possa essere risolta dal nucleare di “IV generazione”. La fissione indotta da neutroni veloci “brucia” il 100% dell’uranio. Può anche fruire del ciclo del torio (minerale ampiamente disponibile) e può anche “produrre” il proprio combustibile. Si potrà bruciare (nei tempi brevi) il plutonio e, in seguito, anche la gran parte delle altre scorie dai reattori attuali, riducendo enormemente la loro radiotossicità e mitigando così un aspetto assi importante della tecnologia nucleare.

          Ci vorrà del tempo per gestire il completo “ciclo del combustibile” di IV generazione. Tuttavia, i reattori veloci in grado di utilizzarlo, possono avere tempi di sviluppo più rapidi e possono essere utilizzati anche con combustibile tradizionale (uranio arricchito).

          Sono stati lanciati alcuni progetti dalla comunità Euratom, esiste anche una presenza italiana, grazie a società di Ingegneria Nucleare in grado di raggiungere una posizione internazionale di rilievo proprio nel nucleare di IV generazione. In particolare, hanno contribuito in larga misura al progetto del reattore “ELSY”, riconosciuto come “successo EURATOM” nell’ambito del Generation IV International Forum.

          Una sfida piena di opportunità, ma che non fa trascurare i rischi di questa tecnologia e che non ha mancato di sollevare alcune remore da chi preferirebbe investire energie in altra direzione e che vede tempi ancora lunghi per risolvere le necessità davvero immediate di risorse energetiche per le imprese.

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