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Science and society: a new partnership for new challenges

  • Venezia
  • 7 Ottobre 2023

        Il seminario si è concentrato sul comprendere il ruolo della scienza nella società, in particolare a seguito della crisi da Covid-19 che ha collocato la scienza al centro del processo decisionale politico. Questo contesto, in cui il mondo sembra essere passato dalla pandemia al pandemonio, ha avuto profonde conseguenze sulla percezione della società nei confronti della scienza e degli scienziati. Nonostante il ruolo essenziale che la ricerca scientifica ha avuto nell’uscita dalla pandemia, si è verificato un contraccolpo senza precedenti con attacchi agli scienziati e una crescente diffidenza nei confronti della scienza stessa. 

        Non si tratta solo di una sensazione, come dimostrano i dati del Pew Reasearch Trust: fra il 2020 e il 2022 la fiducia nei confronti di chi fa ricerca in campo medico è scesa dal 40% al 29% in poco più di un anno, mentre la fiducia nella scienza nel suo complesso è passata dal 39% al 22%. Questi numeri dimostrano quando sia cruciale affrontare il tema di come la società e la scienza si collochino oggi agli antipodi. 

        Nella discussione sono state analizzate tre principali tendenze in atto. La prima affonda le proprie radici nelle conseguenze della globalizzazione che ha escluso larghe fette della popolazione mondiale dallo sviluppo. A seguito di questo fenomeno è aumentata la sfiducia dell’opinione pubblica nei confronti delle élite – reali o percepite come tali – favorendo un approccio di protesta e di rifiuto. Tale tendenza è all’origine anche del fenomeno “no-vax” in cui molte persone canalizzano frustrazione e malcontento. 

        La seconda tendenza riguarda la crisi comunicativa. I social media, in particolare, hanno contribuito a costruire un sistema in cui  ognuno urla al proprio interlocutore, tutti parlano e nessuno ascolta. 

        Il terzo elemento è la mancanza di una forte leadership politica. In determinati frangenti i politici si sono presi il merito dei benefici generati dalla ricerca scientifica (in particolare dello sviluppo accelerato dei vaccini che ha portato il mondo fuori dalla pandemia), screditando allo stesso tempo gli scienziati che vi hanno lavorato. 

        In ogni caso, la grande frammentazione della scienza e dei processi scientifici (oltre che dei loro risultati) ha causato un’enorme confusione fra i media, con effetti amplificati sul pubblico. La comunità scientifica dovrebbe prestare quindi più attenzione non solo a come pianifica la ricerca e l’implementazione di soluzioni, ma anche al modo in cui questo lavoro è comunicato, nel tentativo di coinvolgere al meglio la società. 

        Una responsabilità della comunità scientifica è anche quella di assicurare due aspetti fondamentali come la riproducibilità delle scoperte e l’apertura della scienza (open science). Nel dibattito è emersa preoccupazione per l’aumento di fenomeni quali nazionalismo e protezionismo che sono in grado di ostacolare realmente le applicazioni della ricerca e dei suoi risultati al servizio del bene comune. Il nazionalismo che ha contraddistinto lo sviluppo di vaccini contro il Covid-19 è particolarmente preoccupante: ci sono stati Paesi che hanno insistito nel somministrare un vaccino, creato al loro interno, nonostante questo risultasse meno efficace di altri. Non è questo il modo in cui deve funzionare la scienza.

        Per garantire che tutta la società possa beneficiare dei risultati della ricerca scientifica è necessario, invece, il coinvolgimento dei cittadini a tutti i livelli, rendendo tale coinvolgimento un elemento centrale di ogni processo. A tal fine il dibattito fra scienziati, istituzioni e industria deve evolvere da un flusso di informazione mono-direzionale verso un dialogo reciproco e permanente fra la scienza e la società nel suo complesso. Se si vuol raggiungere questo obiettivo è necessaria un’alleanza fra scienza e social media. Rimangono inoltre fondamentali sia un rafforzamento nell’educazione sia la diffusione di messaggi scientifici coerenti e comprensibili, capaci di fornire ai cittadini gli strumenti adeguati per identificare la disinformazione. 

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