Dopo il voto di midterm del novembre 2022 l’America va incontro a due anni di “governo diviso”, secondo una formula che, storicamente, preannuncia lo stallo dell’agenda legislativa. Il presidente in carica ha limitato i danni, perdendo la Camera ma non il Senato; gli sfidanti repubblicani hanno recuperato di misura il controllo della House e acquisito molti nuovi elettori, con il governatore Ron DeSantis in Florida e nell’elettorato ispanico. E hanno conquistato storici collegi democratici nello stato di New York.
Di questo e molto altro scrivono nel numero 99 “Estremo Occidente” di Aspenia rivista diretta da Marta Dassù – autori di primissimo livello tra i quali Mario Sechi, Chad P. Bown, Angus Deaton, Nouriel Roubini, Massimo Gaggi, Federico Rampini, Giulio Sapelli, Erik Jones, Carlo Jean, François Heisbourg, Vittorio Emanuele Parsi, Charles Grant e Ian Lesser.
Continua »
La globalizzazione avviata negli anni Novanta cambia pelle, si colgono meglio i suoi pro e i suoi contro: il rapporto tecnologico con la Cina è una vittima predestinata di questo cambio di passo e di prospettiva. La logica del nazionalismo economico americano – da cui entrambi i partiti non sono immuni – impatterà anche sui rapporti con l’Europa: i sussidi introdotti a favore del “made in America” dall’Inflation Reduction Act dell’agosto 2022 rischiano di spiazzare una parte dell’industria europea. Che – fra costi dell’energia, forza del dollaro e sussidi degli Stati Uniti – sta contemplando di abbandonare il vecchio continente. Scegliendo, in un mondo dominato dalla competizione fra Stati Uniti e Cina, di spostarsi verso l’Atlantico – Estremo Occidente – e in parte verso il Pacifico. Senza perdere di vista alcune lezioni della guerra in Ucraina: non esiste ad esempio un vantaggio comparato a favore di paesi come la Russia, che si pensava (e si temeva) avrebbero meglio manipolato le nuove tecnologie e sfruttato le vulnerabilità delle nostre “società aperte” occidentali. Le forze russe hanno fatto ben poco di ibrido, se non contro istituzioni dell’UE, quasi nulla di innovativo, e stanno invece subendo il contrattacco dell’ esercito ucraino. Anche l’ammirazione di alcuni per il modello “tecnoautoritario” cinese sta scemando a fronte della gestione della pandemia nella Repubblica popolare, tra vaccini apparentemente assai meno efficaci di quelli occidentali, sistema sanitario vetusto e ricorso massiccio alla migliore specialità del regime – la repressione militare, casa per casa.
La tenuta della democrazia americana è più solida di quello che si pensasse, come ha confermato il midterm; e la tenuta degli sfidanti autoritari lo è meno di quanto non si temesse . La battaglia per il “tecnopotere” non cambierà, ma rafforzerà questo dato di fatto. Anche per questo, investire nella “scienza pura” come chiede il Rapporto Aspen pubblicato da Aspenia è indispensabile e resta una fondamentale politica di sicurezza. Un messaggio che l’Europa, alle prese con la difficile congiuntura attuale, dovrebbe non trascurare.