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Attività

Leading in Europe, leading Europe

    Incontro con Vittorio Colao
    • Milano
    • 18 Ottobre 2010

          Sfide, opportunità e vincoli per le nuove generazioni è il tema ricorrente degli Aspen Junior Fellows Breakfasts, che viene affrontato in una prospettiva internazionale. L’Europa, nonostante il livello di benessere, coesione sociale e produzione intellettuale raggiunti, offre progressivamente meno opportunità di altre aree. La sfida che occorre vincere  in tempi brevi è dare “massa critica” all’Europa, ingessata da una governance parcellizzata fra molti paesi e fra molteplici livelli di governo. Oggi l’azione europea è inefficace e vi è difficoltà a promuovere progetti su scala continentale. Il dilemma di Kissinger, “qual è il numero di telefono dell’Europa?”, è ancora irrisolto. Il problema si è addirittura complicato: quale dei tanti numeri di telefono occorre comporre per ottenere una risposta? Chi decide? Esistono opportunità, come quella del Mobile Health, dove viene richiesto uno straordinario sforzo di cooperazione fra istituzioni, scienziati, comunità, imprese: serve la volontà di superare l’attuale frammentazione. Dunque, la prima sfida per le  giovani generazioni è rafforzare una visione comune e il mercato unico contro la deriva dei singoli paesi. 

          L’altra sfida europea è demografica: occorre comprendere le implicazioni sul business e nel sociale di una popolazione che invecchia. In molti paesi, come l’Italia, la ricchezza realizzata e accumulata dalla vecchia generazione è per la nuova generazione molto superiore rispetto al valore che un giovane può pensare di produrre nella sua vita lavorativa. Ciò crea un blocco sociale e politico: razionalmente, ognuno ha più interesse a difendere l’esistente piuttosto che a rischiare investendo sul futuro (si pensi all’Italia, che ha un patrimonio familiare diffuso molto elevato). Ciò crea un circolo vizioso di inefficienze, mancanza di concorrenza, mancata apertura e riduzione di opportunità. Reagan disse che il welfare  “passivizza” i poveri, che a causa dei sussidi non cercano più un lavoro. In Italia, sembra avvenga l’opposto: la ricchezza ereditata “passivizza” i ricchi. Una parte delle giovani generazioni attendono di patrimonializzare l’eredità dei genitori e, quindi, la loro disponibilità al rischio è ridotta.

          La sfida è dunque aprirsi alle opportunità. Un’apertura basata sul merito e con un deciso impulso alla valorizzazione delle donne. Le organizzazioni basate sul merito (sia politiche che d’impresa) diventano più forti, mentre le organizzazioni basate sulle relazioni si indeboliscono. Meglio rischiare e fallire che difendere l’esistente e declinare. La spinta deve arrivare dalla generazione degli attuali 35enni e 40enni: esiste una grande domanda insoddisfatta di leadership in Europa e la risposta deve arrivare dal basso, dai giovani, ma sembra mancare il coraggio, vi è una passiva inerzia. Gli italiani hanno significative risorse per esprimere una leadership internazionale: sanno, per formazione, gestire l’ambiguità e la diversità, riescono a realizzare compromessi costruttivi (di cui le imprese multinazionali hanno sempre necessità). Ma hanno anche atteggiamenti individualistici che occorre eliminare, una scarsa attitudine alla mobilità geografica e una ridotta capacità di ascolto. E’ stato riconosciuto che il metodo Aspen è una risorsa nella comprensione e realizzazione delle opportunità che l’Europa deve cogliere. Attraverso un dialogo costruttivo e focalizzato fra quattro dimensioni fondamentali che, pur con logiche diverse, devono confrontarsi per creare valore e una visione condivisa: politica, imprese, accademia e non-profit.

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