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Attività

La riforma della giustizia per il rilancio economico dell’Italia

    Un'ora con Marta Cartabia, Ministra della Giustizia
    • Incontro in modalità digitale
    • 16 Giugno 2021

          Nel corso della conversazione con la Ministra della Giustizia Marta Cartabia sono stati identificati e discussi due problemi di fondo: la ridotta fiducia dei cittadini nei giudici (che è anche definibile come una vera “questione morale”), e i tempi eccessivi della giustizia – soprattutto tributaria, per l’impatto sull’economia.

          Il sistema della giustizia soffre di una generale sfiducia da parte della società civile nel suo complesso, prima ancora che degli investitori, e questa situazione generale ha effetti decisamente negativi sulla vita economica.  Da diversi anni, il quadro è stato ulteriormente complicato dal fatto che soprattutto sulle riforme della giustizia penale si sono scatenate le maggiori tensioni e le contrapposizioni politiche.

          La proposta del governo Draghi per la riforma del processo civile è arrivata in Parlamento ed è dunque in fase di discussione: è un tema meno politicamente esposto rispetto a quello del processo penale, ma comunque urgente, con un possibile ruolo di stimolo anche in altri settori.

          Il PNRR (come del resto in materia fiscale e amministrativa) impone in ogni caso all’Italia alcuni interventi sulla giustizia per poter accedere ai fondi europei, il che richiede comunque decisioni piuttosto rapide e coraggiose, anche sui punti più scottanti. Parte della soluzione verrà da innovazioni organizzative, da un aumento del personale, e dalle riforme del rito civile e penale, ma nessun intervento di per sé sarà sufficiente a fronte di sfide di tipo sistemico e complessivo.

          A livello organizzativo, sarà sempre più importante il lavoro collegiale sui processi, meno incentrato sul singolo giudice – questa la logica del cosiddetto “ufficio del processo”, come meccanismo da estendere il più possibile. È un meccanismo che può anche accrescere l’omogeneità delle sentenze, con un effetto positivo in termini di equità e affidabilità, grazie un migliore utilizzo del personale esistente e di nuovo personale da integrare.

          Sul rito civile è necessario, soprattutto, un intervento di snellimento e razionalizzazione. Parallelamente, si devono valorizzare gli strumenti di risoluzione alternativa (consensuali) delle controversie, per limitare il ricorso ai processi – anche con incentivi fiscali. In termini generali, contenere la litigiosità, nella risoluzione delle controversie, è sempre l’opzione meno costosa per la società nel suo complesso.

          Riguardo al processo penale, la durata eccessiva dei processi rischia di creare il fenomeno della “giustizia denegata” quando subentra la prescrizione; in ogni caso, i processi eccessivamente lunghi ledono i diritti dell’imputato (come è stato rimarcato moltissime volte anche dalla Corte di Giustizia europea). Posto il problema in una prospettiva più corretta, il conflitto politico tra “garantisti” e “giustizialisti” non ha ragion d’essere e di fatto ostacola le soluzioni più efficaci. In sostanza, non è accettabile né il fallimento dello Stato (quando non si arriva alla sentenza) né l’anticipo di pena che deriva in sostanza dal ritardo nella chiusura dei processi.

          In un’ottica di riforma, sarà utile anche distinguere tra reati minori o di piccola gravità – anche se pur sempre penali – e grandi reati – come quelli della criminalità organizzata. È stato sottolineato come efficienza ed equità non siano certamente istanze contrapposte, ma anzi due elementi della stessa visione del diritto. Va rinnovato un patto culturale tra cittadini e istituzioni, proprio sulla base di maggiore efficienza della giustizia a tutela delle garanzie fondamentali.

          Sul piano più propriamente economico, vi sono varie stime che prevedono un tangibile aumento di produttività e perfino di dimensionamento delle imprese in uno scenario di riduzione dei tempi per i processi civili. Il settore degli appalti è certamente al centro dell’attenzione, e le aste giudiziarie sono un aspetto specifico che risulta particolarmente rilevante per il settore bancario. In termini generali, la prevedibilità della giustizia è comunque un fattore cruciale per le scelte degli imprenditori e per l’attrattività del sistema-Paese.

          Questo insieme di problemi richiede innovazioni strutturali dell’ordinamento, un concetto che è stato peraltro recepito dal PNRR. In tale contesto, lo strumento della legge delega – che è stato adottato – è il più appropriato per coinvolgere pienamente il Parlamento in tutte le fasi dello sforzo di riforma.