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Attività

La finanza per la crescita

    • Milano
    • 21 Febbraio 2011

          Tradizionalmente il sistema bancario ha svolto un ruolo fondamentale per la crescita destinando il risparmio dei cittadini al finanziamento delle attività produttive delle imprese.

          A partire dagli anni Novanta, in tutto il mondo occidentale, anche se in modo diverso da paese a paese, le grandi banche hanno cambiato natura e moduli operativi. L’area degli impieghi produttivi si è notevolmente ridotta rispetto alle risorse investite in titoli e derivati. In poco tempo, il valore di una grande banca, una volta simile a quello di una grande impresa multinazionale, è diventato il decuplo di quest’ultima. Ciò ha moltiplicato anche la sua sfera di influenza politica, come dimostra l’elevato livello di spesa nell’attività di lobbying negli Stati Uniti. La trasformazione della natura delle banche e il primato assunto dalla dimensione finanziaria hanno determinato il prevalere di incentivi perversi a ritorni di breve periodo e alla moltiplicazione dei rischi. Si sono così creati i presupposti per lo scoppio della crisi i cui effetti negativi sull’economia reale sono ancora evidenti.

          Paradossalmente, il nuovo quadro regolatorio che sta emergendo a livello globale rischia di mantenere intatti questi incentivi perversi e di scoraggiare le banche che intendono tornare a destinare il risparmio raccolto al finanziamento delle attività produttive. La regolamentazione, al contrario, dovrebbe consentire lo sviluppo di modelli bancari e finanziari diversi a seconda del contesto locale di riferimento. Per questa ragione bisognerebbe riconoscere maggiore discrezionalità e flessibilità alle autorità nazionali. In un ambiente regolamentare adeguato, le banche dovrebbero essere incentivate a migliorare efficienza e trasparenza, a ripensare le modalità di offerta ai clienti e a ridurre i costi di contatto.

          A livello nazionale, intanto, bisognerebbe rivedere alcune regole disincentivanti oggi vigenti: si pensi alle norme che consentono la libera portabilità dei mutui anche alle grandi imprese; a quelle che contengono una disciplina distorsiva dell’usura; a quelle tributarie che non consentono il pagamento dell’Iva di gruppo. Altre misure fondamentali sono quelle volte a favorire la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese, e quelle volte a incentivare la quotazione in borsa delle medie imprese, riducendo i costi regolatori di ingresso e la minaccia della contendibilità.

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