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Attività

Italiani all’estero e Italiani in Italia: radici, paradigmi di successo, internazionalizzazione

    • Firenze
    • 18 Novembre 2011

          In Italia, forse come in nessun altro Paese occidentale, la cultura ha rappresentato un fattore aggregante: la forza delle antiche radici condivise e la grandezza della storia comune hanno costantemente preservato nei secoli un’identità nazionale, malgrado la lunga divisione in svariati piccoli Stati. Il sentire comune degli italiani è un tratto identitario che si è composto nonostante la frammentazione dei luoghi e che ha trovato una più compiuta condivisione grazie alle migrazioni interne del secondo dopoguerra. Il trasferimento di un gran numero di cittadini verso i centri urbani e industriali del Nord ha contributo a creare una visione condivisa del futuro. L’Italia di quel periodo ha trovato la propria identità nell’impresa, riuscendo a trasformarsi da nazione povera a potenza industriale.

          Oggi questa identità nata dalla frammentazione, debole e quindi multiforme, può diventare un punto di forza in un mondo sempre più complesso. La stessa propensione alla migrazione degli italiani si trasforma in un vantaggio per il Paese: andare all’estero è de-radicarsi, un processo certamente traumatico che può diventare però in un’opportunità per apprendere e integrare le nuove conoscenze con le proprie radici.

          L’Italia, del resto, è sempre stata una terra di transiti e le radici dei suoi abitanti sono frutto di lasciti culturali, politici e sociali dei popoli che vi sono passati e che l’hanno dominata; ma è stata anche una nazione capace di incontri e scambi attivi al di fuori dei propri confini attraverso attività commerciali ed eccellenze culturali.

          Da questo “essere italiani”, fatto di creatività, adattabilità, capacità relazionali, sono scaturiti molti casi virtuosi, alcuni di peculiare successo nel mondo, dall’arte alle tecnologie, dal design all’architettura, dalla ricerca medico/scientifica alla legislazione internazionale, dalla finanza alla gestione d’impresa. Le eccellenze italiane, però, sono spesso ottime individualità che non riescono a fare sistema.

          I tratti negativi più comuni dell’identità nazionale risultano essere, infatti, la mancanza di creare connessione a rete, di sviluppare senso civico, di promuovere la meritocrazia. Si tratta di limiti che rendono difficile l’attrazione di eccellenze estere in Italia, comportando un forte deficit fra persone qualificate in uscita e nuovi ingressi.

          Bisogna quindi riflettere sulle strategie per attrarre nuovi talenti e per offrire opportunità di ritorno a quelli che attualmente vivono all’estero. Per questo è necessario creare reti di scambio attraverso cui, grazie alle nuove tecnologie, si mettano in comunicazione gli italiani all’estero con le istituzioni, ma anche gli italiani all’estero fra di loro. La circolazione di idee che deriva dalle esperienze di tutti deve diventare, infatti, un patrimonio per il Paese.  

          Le risorse umane sono uno dei fattori più importanti per la competitività e il successo di un sistema economico in un mondo sempre più globalizzato. Per promuovere l’indispensabile internazionalizzazione in ogni ambito lavorativo è necessario uno sforzo strutturato da parte di tutti gli attori coinvolti. I talenti sono certamente portatori di internazionalizzazione, ma in questo processo non bisogna concentrarsi solamente sugli studenti e sui lavoratori più qualificati. L’Italia ha bisogno di internazionalizzare una fascia più ampia di popolazione che, attualmente, ha pochissimi contatti con altre nazioni e altre culture.

          È necessario prendere esempio da Paesi che promuovono esperienze di studio e lavoro fuori dai confini anche al termine della scuola superiore, superando la percezione, diffusa in Italia, che queste esperienze non siano utili e anzi rallentino il percorso formativo e professionale. Il confronto e l’apprendimento di best practice internazionali da parte di una crescente quota di cittadini (incominciando dai giovani), porterebbe portare nuove idee e nuove energie nel Paese, generando enormi benefici in settori strategici dell’economia nazionale come il turismo.

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