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Attività

Business and democracy: bringing the Middle East out of crisis

    • Roma
    • 1 Dicembre 2006

          La conferenza ha messo a fuoco i punti nodali della persistente instabilità della regione mediorientale, offrendo alcuni spunti per favorire soluzioni pragmatiche. Nella prima giornata il dibattito è incentrato su quanto l’intreccio tra economia di mercato e democratizzazione possano mutare il quadro strategico, a cominciare da graduale aperture e riforme mirate. Si è discusso del problema, ormai divenuto assai concreto, dell’arrivo al potere di partiti estremisti attraverso elezioni democratiche. Altro tema centrale è stato il conflitto iracheno, con tutte le sue numerose ripercussioni e le ipotesi per una regionalizzazione costruttiva del problema. Si è guardato anche al futuro dell’Arabia Saudita e degli altri paesi del Golfo nei nuovi equilibri della regione, tenendo naturalmente in considerazione le tendenze complessive dei mercati energetici.A Israele e Iran sono state dedicate le due sessioni della giornata conclusiva. Lo stallo dei negoziati sul problema israelo-palestinese è stato affrontato da varie prospettive: le percezioni del governo e dell’opinione pubblica israeliani, l’evoluzione della strategia di Hamas, la situazione in Libano, il ruolo di Siria e Iran, la crescente assunzione di responsabilità dell’Europa e l’atteggiamento degli Stati Uniti. L’Iran è stato riconosciuto come un protagonista (secondo molti osservatori, in ascesa) degli assetti mediorientali, nel bene e nel male. Si è discusso, in questa ottica, della difficile coesione della comunità internazionale nei confronti del programma nucleare iraniano, dell’efficacia di eventuali sanzioni e della possibile evoluzione interna del Paese.

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