The Transatlantic future beyond Covid
La gestione della pandemia, e degli effetti socio-economici dei lockdown, è un grande test per la resilienza del rapporto transatlantico in un contesto globale piuttosto instabile.
La gestione della pandemia, e degli effetti socio-economici dei lockdown, è un grande test per la resilienza del rapporto transatlantico in un contesto globale piuttosto instabile.
L’emergenza Covid-19 ha costretto milioni di persone in quarantena ed ha interrotto i flussi ordinari di mobilità locale ed internazionale. L’improvviso svuotamento dello spazio urbano, tradizionalmente percepito come il luogo della densità e della congestione, è la rappresentazione più evidente dell’alterazione degli stili di vita e degli effetti dell’inevitabile ricorso, per centinaia di migliaia di cittadini, al lavoro agile e flessibile.
La fase di lenta riapertura dell’Italia dopo la fase acuta della pandemia è caratterizzata da un flusso continuo e massiccio di informazioni. Il problema è però che l’Italia non ha imparato a promuovere e comunicare se stessa al meglio. Ecco il paradosso: l’Italia è ricca di bellezza e tratti distintivi positivi ma, al tempo stesso, non è ancora in grado di valorizzare i suoi punti di forza.
L’emergenza innescata dalla pandemia di coronavirus può offrire importanti lezioni al sistema sanitario italiano. Esiste un’oggettiva difficoltà nel confrontare i modelli sanitari di regioni colpite in maniera asimmetrica dal virus, ma è innegabile che il coordinamento fra i diversi livelli territoriali si è rivelato un punto debole del sistema. Questa situazione ha generato confusione sulla catena di controllo e sull’attuazione delle misure ed è necessario intervenire subito sugli aspetti operativi, prima che sugli assetti istituzionali.
As the deadline approaches for the UK government to decide on whether they will ask for an extension to Brexit negotiations, the discussion of the future of EU relations couldn’t be more crucial. In this episode, Marta Dassù, Senior Advisor for European Affairs at the Aspen Institute Italia and the former Deputy Minister of Foreign Affairs of Italy, moderates a conversation between Anthony Gardner, former US Ambassador to the EU and Ambassador João Vale de Almeida, EU Ambassador to the UK and former EU Ambassador to the UN.
Covid-19 ha colpito un settore audiovisivo in un momento di profonda transizione, accelerando diverse tendenze in atto. Il lockdown ha avuto un impatto notevole sulle produzioni e, allo stesso tempo, ha visto crescere la fruizione di contenuti digitali.
La crisi legata al Covid-19 ha colpito duramente l’economia mondiale, giungendo sulla scia di un processo già in atto di parziale “deglobalizzazione”. La diversificazione – e la possibile frammentazione – delle supply chain globali è una grande sfida per l’economia cinese, ma non è detto che avrà effetti molto negativi sulla crescita mondiale, visto che moltissime aziende (tra cui certamente alcune italiane) sono oggi interessate a entrare nel mercato cinese e intanto le stesse aziende cinesi hanno interesse a diversificare i loro partner commerciali.
Italia ed Europa stanno provando a superare la fase dell’emergenza legata alla pandemia di coronavirus. Si tratta di un frangente delicato in cui gli Stati, le banche e le imprese devono lavorare insieme per lasciare alle spalle la crisi e costruire una “nuova normalità”. Se in questo momento la priorità è offrire liquidità alle imprese e gli strumenti messi in campo sono le moratorie, le garanzie pubbliche e il sostegno del canale bancario, nel futuro diventerà cruciale riparare ai danni creati dal virus e sostenere la capitalizzazione delle aziende.
Il fil rouge dell’incontro potrebbe essere individuato in un quesito inziale: perché due Paesi così simili, anche culturalmente, oggi godono di rapporti politici fragili e apparentemente instabili, nonostante Italia e Germania abbiano solide relazioni commerciali? La ricerca di una risposta ha avuto un perimetro molto ampio e una dimensione profonda, anche a dimostrazione della storicità del rapporto tra Italia e Germania che nasce nel Rinascimento e oggi si caratterizza in una condivisione di valori e principi dell’Unione europea.
La fase più acuta della pandemia ha causato, con i lockdown quasi ovunque nel mondo, una sorta di enorme esperimento nel controllo dell’inquinamento atmosferico, soprattutto nei grandi centri urbani – con vantaggi tangibili per la salute pubblica, seppure certamente di breve termine e ancora difficili da quantificare. Si tratta, in ogni caso, di un “rimedio” del tutto eccezionale e chiaramente non sostenibile. Eppure, ci sono alcuni importanti overlap tra le misure per la fase post-pandemia e l’azione a tutela dell’ambiente.
Covid-19 è per l’Italia, come per molti altri Paesi del mondo, un vero e proprio “ictus sociale “che impone al sistema economico e sociale una ripresa lenta della durata minima di due anni, se non di quattro, per i meno ottimisti. Il 65% degli italiani, secondo la DOXA, considera ancora prevalente la preoccupazione per l’emergenza sanitaria, a fronte di un 35% che teme per le conseguenze economiche della pandemia.
La crisi pandemica in atto è solo l’ultima delle crisi in ordine di tempo dopo l’11 settembre, le primavere arabe, la crisi finanziaria del 2008 e Brexit. Per non parlare dei cambiamenti climatici, che rappresentano una sorta di “ombrello“ delle ultime emergenze.
L’impatto economico, sociale e geopolitico di COVID-19 presenta sfide la cui gestione avrà conseguenze significative e a lungo termine per il futuro del Paese. In Italia, tra i paesi più colpiti dalla pandemia, l’emergenza da COVID-19 si sovrappone a debolezze strutturali del sistema Paese e una corretta risposta appare particolarmente difficile ma strategica.
Nel valutare le prospettive economiche europee, si può partire dall’osservazione che siamo di fronte a uno shock esogeno, simmetrico nelle origini ma asimmetrico negli effetti (perché assai diverse erano le condizioni economiche di partenza di ciascun Paese o zona della UE): è comunque decisivo che stia emergendo – dopo una prima fase di esitazione – una narrativa comune e un atteggiamento condiviso sulle priorità e alcuni strumenti.
Il futuro del lavoro è stato al centro della Tavola Rotonda in modalità digitale, realizzata in collaborazione con il Consiglio Nazionale degli Ordini dei Consulenti del Lavoro, dove è stato presentato il Background Document “More and better jobs nella grande trasformazione globale”.
Un virus, diventato pandemia, che ha messo in ginocchio l’economia mondiale: Covid -19 è fenomeno di portata epocale, con una inusitata velocità di propagazione, con forte spinta evolutiva e grande capacità di penetrazione, soprattutto in realtà molto fragili.
La pandemia ha colto gli Stati Uniti in una delicata fase pre-elettorale in cui il Presidente in carica scommetteva moltissimo su una crescita economica solida e prolungata, mentre il Partito Democratico offriva un’alternativa incentrata almeno in parte su un maggior ruolo dello Stato nella redistribuzione dei redditi e nella fornitura di servizi essenziali – compresa la sanità.
La quarta Tavola Rotonda dell’iniziativa Aspen University Fellows è stata dedicata al tema della compatibilità tra l’Italia e le nuove generazioni e del ruolo che queste ultime hanno da svolgere all’interno della società, la cui realtà complessa spesso crea uno sfondo di incertezze e pessimismo.