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Attività

Pandemia e resilienza. Persona, comunità e modelli di sviluppo dopo la Covid-19

    • Incontro in modalità digitale
    • 14 Luglio 2020

          La pandemia ha rivelato a un mondo sicuro di sé, globalizzato, fiducioso nell’onnipotenza della tecnica, tutte le fragilità che lo permeavano. Persino nei Paesi più economicamente avanzati, il primo rimedio dinanzi a un virus sconosciuto è stato il ricorso a una misura pre-tecnologica quale il “distanziamento sociale”. Ne deve scaturire la consapevolezza del limite dell’azione umana, nonché delle conoscenze umane. Il motto socratico “so di non sapere” sprona a continuare a cercare, anche rafforzando la ricerca di base, bisognosa di maggiori finanziamenti da parte dello Stato italiano.

          L’alto livello delle disuguaglianze, sia a livello nazionale, sia tra Stati diversi, è stato messo allo scoperto dalle costrizioni causate dalla crisi sanitaria, con famiglie in cui i genitori potevano telelavorare e i figli seguire la didattica a distanza e altre condannate all’isolamento per l’insufficienza dei mezzi. La crisi economica potrebbe allargare ulteriormente questo esistente divario tecnologico.

          Di fronte a simili sfide, una resilienza generativa può rappresentare la chiave di volta di un’architettura concettuale e pratica per un nuovo modello di sviluppo. La riscoperta del valore cruciale dell’azione individuale nel contrasto alla diffusione del virus può dare linfa anche per i passi da compiere nel post-pandemia.

          La generatività non riguarda solo le persone, ma anche la politica e gli Stati. È necessario trasformare le istituzioni in levatrici delle energie della società civile, percorrendo con convinzione la strada della sussidiarietà orizzontale.

          Tra gli effetti della pandemia, la dilatazione senza precedenti dello spazio digitale è un aspetto che potrà contribuire a nuovo modello per il futuro. In molte aziende, i programmi di graduale adozione del lavoro a distanza sono stati superati dalla realtà e i positivi risultati incoraggiano a prevederla d’ora in avanti come una pratica usuale, pur con opportuna moderazione per evitare il rischio di alienazione sociale.

          L’equità intergenerazionale costituisce un elemento cruciale per elaborare una proposta di società futura. I giovani, in particolare gli italiani, si sentono spesso “trasparenti”, marginalizzati da un sistema giuridico, sociale, economico che preserva i privilegi accumulati dalle generazioni precedenti. A quest’immagine la pandemia ha dolorosamente contrapposto quella degli anziani, invisibili vittime predestinate del virus a fronte di risorse ospedaliere scarse. Bisogna interrogarsi sui canali della ricchezza che tagliano fuori interi segmenti della popolazione, in maniera trasversale alle generazioni.

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