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Attività

La mobilità del futuro: smart, innovativa, sostenibile

    • Incontro in modalità digitale
    • 18 Giugno 2020

          L’emergenza Covid-19 ha costretto milioni di persone in quarantena ed ha interrotto i flussi ordinari di mobilità locale ed internazionale. L’improvviso svuotamento dello spazio urbano, tradizionalmente percepito come il luogo della densità e della congestione, è la rappresentazione più evidente dell’alterazione degli stili di vita e degli effetti dell’inevitabile ricorso, per centinaia di migliaia di cittadini, al lavoro agile e flessibile. Questa nuova condizione ha determinato la riduzione della produzione e del consumo di beni e servizi assieme all’emergere e all’affermarsi di forme di mobilità che da tempo erano state promosse e sperimentate in molte città (micromobilità, mobilità dolce, intermodalità e così via), ma che difficilmente potranno sostituire integralmente il trasporto pubblico.

          Inoltre, il contenimento dei flussi della mobilità ha determinato in molti territori urbanizzati la riduzione drastica dell’inquinamento, in linea con l’agenda europea del Green New Deal, incoraggiando lo stanziamento di ulteriori investimenti destinati al settore dei trasporti. Si dovrà poi vedere in che misura sarà possibile consolidare l’uso delle tipologie di spostamento pubblico, privato e pedonale. Se è vero che sono state sperimentate con successo in molte città durante l’immediata fase di riapertura dopo il lock-down per “appiattire la curva” di contenimento del virus si dovrà allora riflettere su come garantirne nel lungo periodo l’uso più efficiente, sostenibile e sicuro nelle città.

          La necessità di coordinare i flussi di traffico nei prossimi mesi, modificando gli orari e i giorni lavorativi settimanali tradizionali nelle industrie, nelle imprese, negli uffici pubblici e nelle scuole, sta inducendo alcuni comuni a sperimentare un’interazione più qualificata e complessa delle risorse, facendo uso della tecnologia, dell’intelligenza artificiale e dei big data: le infrastrutture contemporanee, infatti, non sono soltanto fatte di asfalto e calcestruzzo, ma anche di silicio.

          Occorre tenere presente, tuttavia, la diversità delle condizioni fisiche e sociali dei territori e il loro assetto infrastrutturale attuale, rispetto alla possibilità di applicare indifferentemente lo stesso tipo di soluzione di mobilità (intermodalità, micromobilità, e quant’altro). Ciò che è risultato evidente negli ultimi mesi a livello globale è il crescere della domanda di servizi a domicilio, assieme all’interesse di molte aziende di valutare la possibilità che nel prossimo futuro una parte significativa dei propri dipendenti lavori stabilmente da casa, riducendo sensibilmente i costi, a parità di produttività.

          Difficile dire quali scenari prevarranno in futuro. Tra le varie scelte spiccano o quella di tornare a ripopolare i piccoli borghi e le aree rurali oppure quella di tornare ad accalcarsi nelle aree metropolitane, dopo aver tentato di ridurre significativamente le emissioni globali, reso gli insediamenti umani inclusivi sicuri, duraturi e sostenibili e dopo aver adottato una mobilità smart accessibile, vantaggiosa e integrata.

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