The Europe-Russia Forum
I rapporti tra Unione Europea e Russia hanno attraversato un periodo turbolento, e tuttora non si intravedono segni complessivi di una svolta positiva, se non su aspetti specifici e in base a limitate aspettative pragmatiche.
I rapporti tra Unione Europea e Russia hanno attraversato un periodo turbolento, e tuttora non si intravedono segni complessivi di una svolta positiva, se non su aspetti specifici e in base a limitate aspettative pragmatiche.
La rivoluzione digitale ha trasformato profondamente le modalità di consumo di beni, prodotti e servizi, con sempre maggiore frequenza disponibili in rete. In questo contesto, il ruolo delle piattaforme digitali si è fatto sempre più rilevante. Esse, infatti, sono state essenziali per estendere i diritti politici, come la libertà di espressione, e per fondarne di nuovi, soprattutto nella sfera economica – si pensi ai diritti dei consumatori. Al contempo, tuttavia, hanno posto le premesse per la concentrazione di poteri dominanti e per l’esercizio abusivo di tali poteri.
Roma, 9 luglio 2021 – Aspen Institute Italia, in collaborazione con CESI, organizza l’Aspenia Talk in modalità digitale “L’energia nella transizione post-COVID, tra geopolitica e crescita ”.
Il contesto internazionale si caratterizza per la forte interdipendenza tra politica estera e priorità interne, in particolare come leva per la crescita e lo sviluppo. La pandemia ha confermato una volta di più l’esigenza di un’ampia cooperazione multilaterale nell’ottica di “ricostruire meglio”, in termini di transizione sostenibile (sia in termini di produzione che di consumo) ma anche in chiave di equità e di gestione di tensioni e conflitti su scala regionale e globale.
Nelle aziende come nelle città sono le persone a fare la differenza. Questo il filo rosso delle riflessioni e degli scambi scaturiti a partire dall’esperienza di Marco Bucci, dapprima manager in grandi imprese tra Italia e Stati Uniti e poi come sindaco di Genova.
La pandemia non ha fermato il commercio globale. E ora, con l’economia mondiale che prova ad agganciare la ripresa, i dati mostrano una tendenza incoraggiante. Eppure, lo scenario in cui avvengono gli scambi è mutato profondamente. Il processo di globalizzazione degli anni Novanta e dei primi anni Duemila ha lasciato spazio a una frammentazione globale, in cui i diversi Paesi tendono a rafforzare i legami con alleati storici e con partner di fiducia.
La formazione sarà un elemento chiave per la ripresa economica post-pandemia: mentre la crisi ha acuito le fratture sociali, l’accelerazione nel processo di digitalizzazione pone, infatti, con maggior rilievo il problema del divario di competenze.
Le attuali regole nazionali e regionali, cui si è ricorso dopo la recente crisi economica e finanziaria e durante la pandemia tuttora in corso, stanno frammentando l’economia globale riducendo la trasparenza e aumentando le iniquità. Per poter correggere questa tendenza, sembra sia giunto il momento opportuno per chiedere l’elaborazione di standard legali globali.
La stagione pandemica ha evidenziato la fragilità e le incongruenze di un vero e proprio Servizio Sanitario Nazionale, già messo a dura prova dalla combinazione di invecchiamento della popolazione e crescente incidenza delle patologie croniche, mettendo così al centro dell’agenda politica l’esigenza di individuare un diverso equilibrio tra i macro-livelli di assistenza quale era stato già indicato in occasione della riforma del “federalismo fiscale” e della proporzione tra i relativi costi standard.
L’Unione Europea, in un mutato contesto transatlantico e internazionale, ha di fatto aperto una nuova fase del dibattito sull’economia digitale: si può dire che non ci sono più vincoli istituzionali all’attività di regolazione in questo settore, e il problema è semmai di convogliare la volontà politica e un ampio consenso su regole aggiornate. Il principio della “digital taxation” è stato fissato in termini generali, anche a livello di dialogo transatlantico, ma è ancora da articolare e precisare in termini legislativi.
Il trasferimento tecnologico è un fattore abilitante cruciale per generare una solida ripresa economica. Il processo di trasformazione delle conoscenze generate dalla ricerca in tecnologie applicate si scontra, tuttavia, in Italia con uno scenario di luci e ombre: esistono numerose eccellenze nazionali, ma i dati aggregati indicano ritardi in diversi ambiti, con effetti importanti sulla capacità di creare massa critica e competitività.
Nel corso della conversazione con la Ministra della Giustizia Marta Cartabia sono stati identificati e discussi due problemi di fondo: la ridotta fiducia dei cittadini nei giudici (che è anche definibile come una vera “questione morale”), e i tempi eccessivi della giustizia – soprattutto tributaria, per l’impatto sull’economia.
L’Italia si sta lasciando alle spalle l’emergenza sanitaria e ora punta alla ripresa economica. Le risorse europee del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza offrono una grande opportunità in uno scenario che presenta luci e ombre. Da un lato la crisi non è stata provocata da problemi strutturali, ma imposta dalla situazione creatasi con la pandemia; questo indica che la macchina dell’economia, pur con le difficoltà di arresto forzoso, può ripartire senza troppe difficoltà.
Nel mondo phygital l’impresa è costantemente al centro di un sistema imperniato su una comunità di persone: accade nel business come nel marketing e nella comunicazione. Emergono nuove priorità: conquistare l’attenzione, rafforzare l’autorevolezza, diffondere fiducia per mantenere i clienti. E, soprattutto, mettere al centro identità aziendale e accountability, ovvero il riscontro tra ciò che si dice e ciò che si fa.
La formazione delle eccellenze è uno degli obiettivi cardine che Aspen Institute si prefigge di raggiungere, ponendosi come uno dei fulcri strategici per l’attuazione di un progetto di rinascita e ripresa del Paese.
La ripresa post-pandemia e la nuova consapevolezza sulla necessità di una transizione ecologica e digitale accelerano i processi di rigenerazione urbana. Le trasformazioni in atto si confrontano con i grandi cambiamenti imposti dalla diffusione delle tecnologie e dal loro importante utilizzo durante i periodi di distanziamento sociale. Il più rilevante di questi è senza dubbio l’aumento esponenziale del telelavoro che muta le geografie urbane e ridefinisce un nuovo equilibrio fra reale e virtuale.
Oltre all’impatto economico – quantificabile e in parte ormai noto – della crisi pandemica, va valutato il suo impatto sul paradigma di politica economica per i governi su scala globale. È su questo doppio binario che si può immaginare la traiettoria della ripresa e dello sviluppo anche a medio termine. È cambiato il contesto europeo a fronte delle esigenze post-pandemia, ma ancor più ampiamente sta cambiando il rapporto tra ruolo dello Stato e funzionamento dei mercati a livello globale.