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Attività

Why post-covid recovery needs women Empowerment, financing and rights

    • Incontro in modalità digitale
    • 13 Settembre 2021

          La ripresa post-Covid ha bisogno delle donne. L’empowerment femminile è cruciale per liberare il potenziale della nostra società e cogliere le sfide che questa dovrà affrontare nei prossimi anni. Rivoluzione digitale e transizione ecologica sono processi che guideranno la creazione di un nuovo modello di sviluppo dopo la discontinuità causata dalla pandemia. Proprio l’elaborazione di nuovi paradigmi rende fondamentale la diversità e l’ampliamento dei punti di vista a tutti i livelli, partendo dai decision maker. I dati dimostrano che, anche nei Paesi più ricchi, la partecipazione femminile al mondo del lavoro, nonostante la crescente consapevolezza, rimane un tema ancora da affrontare pienamente. Nel Nord Europa dove i tassi di partecipazione sono sensibilmente più elevati, i vantaggi per l’economia sono stati misurati, negli ultimi decenni, fra il 10 e il 20% di contributo aggiuntivo alla crescita economica annuale. Se aumentare il numero delle donne occupate è cruciale, bisogna prestare attenzione anche alla qualità del lavoro e alle differenze salariali. A livello normativo e di welfare si può fare ancora molto per sostenere la carriera delle lavoratrici: è cruciale migliorare l’offerta di servizi, ad iniziare dal sostegno alla cura dei bambini; rafforzare le misure a favore dell’uguaglianza di genere, come il congedo parentale maschile; facilitare l’accesso allo smartworking, migliorando le possibilità di conciliare lavoro e vita personale. Si tratta di un processo che va accompagnato dagli attori sociali e dalle aziende in prima linea, con un chiaro impegno per l’introduzione di una completa trasparenza salariale. Un aspetto da curare con particolare attenzione è, poi, quello della formazione, con un focus particolare sul rafforzamento delle competenze STEM, ma senza sottovalutare l’importanza della fase di transizione al mercato del lavoro in cui molti talenti rischiano ad oggi di andare sprecati. Insomma, il cambiamento non può partire solo dall’alto, ma deve essere radicato nella società. Per questo il G20 presieduto dall’Italia deve puntare a un’agenda globale in cui, accanto alla collaborazione fra Stati, si attivino anche processi nella società civile finalizzati al pieno empowerment femminile. Il punto di partenza possono essere le profonde riforme strutturali necessarie per i fondi del Recovery plan europeo. Non si tratta solo di crescita economica: quello della diversità è anche un tema cruciale nella legittimazione delle istituzioni, in un momento particolarmente critico per la rappresentanza democratica in tutto il mondo. L’aumento della consapevolezza e la presenza di un dibattito pubblico sul tema dell’empowerment femminile sono fattori di ottimismo e speranza. Si tratta di un traguardo che, tuttavia, è possibile raggiungere solo se una forte determinazione politica si unisce a una grande partecipazione della società civile a livello globale. La pandemia ha offerto l’opportunità per cambiare le cose. In questo frangente le donne hanno pagato un prezzo alto, sia in termini di occupazione persa sia in termini di aumento del lavoro di cura, senza dimenticare la crescita dei tassi di violenza domestica. Eppure hanno dimostrato anche di essere un elemento portante di molti servizi essenziali, un tessuto di resistenza e resilienza delle comunità su cui fondare un nuovo modello società, capace di generare maggiore inclusività, di sostenere il talento, di mettere in campo il contributo di tutte e di tutti per lo sviluppo e per il bene comuni.


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