Aspenia, la rivista trimestrale di Aspen Institute Italia diretta da Marta Dassù, esce in giugno con il numero “Non è la fine del mondo”. La rivista apre con un’intervista a Giulio Tremonti sugli scenari internazionali. Tra gli altri autori Adam S. Posen, Julian Lindley-French, Adam Tooze, Ofer Sachs, Alexander Gabuev, Alessandro Aresu, Giulio Sapelli, Alexander Privitera, Maurizio Sgroi, Riccardo Alcaro e Mario Del Pero, Nick Kumleben, Philip A. Luck, Paolo Guerrieri, Aaron Benanav, Filippo Fasulo e Rym Momtaz.
La domanda che si pone Aspenia è se – in questa età delle “poli-crisi” – viviamo oggi una fase eccezionale, ma breve e transitoria, oppure un profondo cambio di paradigma che deve ancora dispiegare i suoi effetti peggiori. Il bivio – come emerge dall’ultimo libro di Giulio Tremonti “Guerra o pace” sembra effettivamente questo. L’interdipendenza economica non ha prodotto la pace, come riteneva una lunga tradizione di pensiero, da Kant in poi; ha aumentato le fonti di vulnerabilità.
Siamo in un momento in cui guerre (senza aggettivi, con morti, feriti e sfollati) e “guerre economiche” (combattute con dazi e sanzioni) sono al centro della vita internazionale, anche in Europa. Per queste ultime non si tratta solo di dazi, ma è anche e soprattutto un problema di regole come dimostrano le trattative diplomatiche in corso. Un punto nodale resta quello di riuscire a calcolare gli effetti di dazi e regole nonché quello di trovare il modo per ridurne l’impatto che non è solo “fiscale”, ma tocca i tassi di cambio, i tassi di interesse e le strutture dei bilanci pubblici.
La crisi del 2008 ha prodotto alcuni effetti a valle che persistono. Un effetto politico, decisivo per la sicurezza europea: è stato proprio quel momento a spostare la politica di Putin verso alternative rispetto all’economia di mercato ritenuta fino ad allora infallibile, anche da Mosca. Un altro effetto fu l’idea italiana dei global legal standards, ovvero che non si può vivere in un mondo in cui l’unica regola è l’assenza di regole. La proposta – sviluppata su una base semplice di regole a cui aveva molto lavorato Aspen Italia – fu presentata in varie sedi ma fu battuta dall’idea del Financial Stability Board, con effetti che si vedono ancora oggi, ossia una stability davvero molto limitata. Forse è tornato il momento di completare il progetto di Bretton Woods, aggiungendo alla parte monetaria la parte commerciale e di mercato.