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Design e Made in Italy: le sfide per il rilancio

  • Rho (MI)
  • 10 Giugno 2022

        Un mondo da ripensare e da ridisegnare è un’opportunità unica per il made in Italy. La ripresa post-pandemica ha fatto registrare un rilancio importante delle esportazioni italiane che rimangono fra le più diversificate al mondo per numero dei prodotti. Questo export diffuso, risultato di un grande sforzo creativo, ben rappresenta un settore simbolo per l’industria nazionale come quello del legno-arredo. L’efficienza delle imprese familiari, la resilienza di produzioni leader di nicchia e la già citata differenziazione sono fattori che hanno contribuito al successo del design italiano nel mondo.

        Questa industria ha oggi l’opportunità di partecipare a un cambiamento epocale del modo di vivere, dettato dall’esperienza della pandemia. La ridefinizione degli spazi di lavoro e il loro connubio con gli spazi domestici pone nuove sfide a cui le aziende italiane del settore devono rispondere. E del resto, la richiesta di nuove soluzioni abitative e lavorative è ben dimostrata dai numeri del Salone del Mobile di Milano, ritrovato dopo la sospensione determinata dal Covid e diventato da anni un riferimento a livello globale.

        Le imprese sono chiamate, però, anche a confrontarsi con un’altra tendenza accelerata dalla pandemia: la digitalizzazione che impone non solo nuovi modelli di contatto e di vendita con il cliente, ma anche nuove forme di governance aziendale. Le sfide dell’innovazione, infatti, vanno condotte con nuove competenze e per un comparto caratterizzato da una forte presenza di medie imprese a conduzione familiare, la managerializzazione rimane un passaggio chiave.

        Il design italiano si deve misurare, poi, anche con i nuovi scenari geo-economici delineatesi negli ultimi anni. Da un lato la guerra in Ucraina ha chiuso mercati importanti per le produzioni nazionali di alta gamma, dall’altro l’industria si confronta con il crescente ricorso a pratiche protezionistiche, anche mascherate da gravose richieste di certificazione.

        Al fine di superare questi ostacoli, il sostegno pubblico alle imprese, manifestatosi in diverse forme emergenziali durante le fasi acuta della pandemia, deve diventare un supporto sistemico con condizioni chiare e uno sguardo di lungo periodo. L’obiettivo non è erogare sussidi ad aziende in crisi, ma sostenere le imprese competitive in un mondo sempre più complesso – anche dal punto di vista della tutela della proprietà intellettuale – rafforzando e sostenendo le filiere per l’internazionalizzazione, con strumenti di sistema non sempre alla portata di un tessuto di piccole e medie aziende.

        L’Italia ha trovato nella globalizzazione di nicchia – e non di massa – il modo con cui salvare e far crescere la propria industria: solo proseguendo su questa strada il design italiano potrà rafforzarsi, innovarsi, e continuare con nuovi strumenti a esportare il proprio “saper fare” in tutto il mondo.

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