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Attività

Nuovi modelli di consumo e nuovi stili di vita in tempo di crisi. Rischi e opportunità per le imprese

    • Venezia
    • 22 Maggio 2009

          “È stata un grande flagello questa peste, ma è stata anche una scopa; ha spazzato via certi soggetti che, figlioli miei, non so come ce ne liberavamo più… Se la peste facesse sempre per tutte le cose in questa maniera sarebbe proprio un peccato parlarne male” . Così il manzoniano Don Abbondio parlava dell’epidemia che aveva segnato la fine di Don Rodrigo e così i commentatori più accorti iniziano a pensare all’attuale crisi finanziaria.

          Un momento di preoccupazione, diverso dai precedenti, che ha accelerato cambiamenti già in atto (innovazioni tecnologiche, integrazione tra culture o percezione dell’esaurimento delle risorse, ad esempio); una fase di difficoltà che, una volta superata, rivelerà un mondo cambiato, contraddistinto da valori diversi e nuovi comportamenti (presa di distanza dalla concitazione sociale, selezione di limitate possibilità, recupero selettivo del passato, ricerca dell’autenticità e una nuova etica nell’agire, tra i principali).

          I miti di Faust e di Don Giovanni, eponimi del “tutto e subito”, del “life is now”, tramontano insieme alla società moderna, schiacciata sul presente, che li aveva generati. E con loro, il modello di consumatore compulsivo, privo di intenzionalità. Il modello economico e sociale, identificato con l’american way of life, è entrato in discussione, così come la maniera occidentale di guardare il mondo e di interagire con esso.

          L’individuo incomincia di nuovo a progettare, a intendere la propria presenza come parte di un obiettivo corale maggiore (le nenniane“cattedrali”) e anche il suo consumo diviene creativo, consapevole ed evoluto: contraddistinto da una dimensione etica (è collettivo, conviviale, peer to peer) e da una estetica (legata al godere del poco, della fragilità, della leopardiana attesa). La gente sta crescendo: grazie alle possibilità offerte dalla tecnologia è più autonoma nelle scelte (è scomparsa l’asimmetria informativa) e le aziende, ormai costrette a un rapporto (almeno) paritario con la loro clientela, devono adeguarsi.

          La locazione del reddito si è spostata su consumi diversi. Ed è inutile e dannoso il tentativo di quanti pensano di mantenere quote di mercato abbattendo i prezzi dei prodotti. L’acquirente ricerca oggi modelli compatibili con le proprie possibilità (right pricing), acquista servizi ancor prima che oggetti e connota di etica ogni proprio comportamento.
          Quando le nuvole della crisi saranno scomparse, insomma, il cielo non sarà più lo stesso.

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