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Attività

L’Italia vista dai mercati finanziari

    • Milano
    • 15 Luglio 2019

          I dati economici presentano una fotografia contrastante del sistema-paese Italia. Alcuni numeri sono incoraggianti: la bilancia dei pagamenti è positiva, l’inflazione è bassa e gli investimenti di portafoglio in asset italiani sono tornati a crescere superando, in alcuni casi, i livelli pre-crisi finanziaria del 2008. Al contempo, l’alto livello di disoccupazione, la poca crescita e il debito pubblico vicino ai massimi storici mostrano come alcuni problemi chiave siano lungi dall’essere risolti.

          Se i dati economici contrastanti non permettono di trarre una conclusione netta sullo stato di salute dell’Italia, la discussione ha evidenziato chiaramente quelle criticità, troppo spesso assenti dal dibattito politico, che, se affrontate, indubbiamente porterebbero grandi benefici. In primo luogo, la profonda differenza tra nord e sud che crea disuguaglianze sociali ed un paese a due velocità in cui il sud fatica a stare al passo con il nord. In secondo luogo, il carico normativo e burocratico che diventa, con la sua incertezza, un autentico nemico del business. Infine, i tempi della giustizia civile ed amministrativa che frenano gli investitori stranieri spaventati dall’idea che i loro investimenti vengano bloccati a lungo dalla macchina della giustizia italiana. Queste due ultime due criticità restano centrali in un recente sondaggio Censis sull’attrattività dell’Italia per gli investitori industriali che ha indicato il carico normativo e burocratico assieme ai tempi della giustizia civile quali maggiori ostacoli agli investimenti.

          L’azione riformatrice del governo ed i dati economici sono un punto di partenza, ma non rappresentano gli unici fattori determinanti la visione che dell’Italia hanno gli operatori di mercato. Buona parte della reputazione di un paese si fonda, infatti, sulla narrazione fatta da chi conosce ed opera nello stesso. Ciascun cittadino dovrebbe farsi portavoce e promotore dei punti di forza dell’Italia, specialmente quando ci si interfaccia con le controparti straniere al fine di contribuire a creare la migliore immagine, tra quelle possibili.

          La discussione si è poi soffermata sulla posizione dell’Italia nel contesto europeo. Si è convenuto come l’Italia abbia negli anni compensato la mancanza di potere economico e militare con una straordinaria capacità di mediazione. I molti fronti di aperto scontro con le istituzioni europee non sempre sono stati visti positivamente dal mercato. Si teme infatti  che una dispersione del capitale di soft power accumulato negli anni, senza una vera azione riformatrice volta a creare hard power, rischi nel tempo di portare l’Italia ai margini dei tavoli decisionali europei.

          L’Italia deve comprendere le istanze e le preoccupazioni dei diversi attori del mercato finanziario. L’azione di governo, se vuole essere efficace, deve non solo avere chiara la rotta da seguire ma, utilizzando le parole di Platone ne “La Repubblica”, necessariamente conoscere la struttura della nave, l’equipaggio, i fondali, le correnti, i venti e le stelle.

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