Vai al contenuto
Attività

Le infrastrutture per le città intelligenti e resilienti

    • Incontro in modalità digitale
    • 14 Maggio 2021

          Le smart cities sono un modello urbano da tempo oggetto di studio e di concreta applicazione in diverse parti del mondo. Le transizioni ecologica e digitale che guideranno la ripresa nel post-pandemia mettono, tuttavia, ancora più al centro l’importanza di investire in città intelligenti. L’emergenza legata alla diffusione del virus ha sottolineato che disporre e utilizzare al meglio i dati, e quindi l’intelligenza prodotta da un’area urbana, sono elementi chiave per assicurarne non solo la ripresa, ma anche la resilienza di fronte a possibili avversità future. Se i dati sono un elemento fondamentale, la loro raccolta e il loro utilizzo non possono avvenire senza una solida base infrastrutturale. L’importanza di una rete di connettività a banda larga è risultata cruciale negli ultimi mesi, contraddistinti da un aumento del telelavoro che sembra destinato a rimanere come fenomeno strutturale negli anni a venire. Eppure le infrastrutture sono strategiche per il riequilibrio delle gerarchie urbane fra centro e periferia; una tendenza accelerata dalla pandemia che richiede investimenti in nuovi servizi e collegamenti intorno ai centri urbani.

          Tutti questi elementi propri della rivoluzione digitale si devono coniugare con le esigenze della transizione ecologica. Del resto, città e infrastrutture sono inserite fra gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e trovano in Italia un’importante base di partenza nell’economia circolare, in cui il Paese è ai primi posti in Europa. La circolarità non è data solo dal riutilizzo delle materie di scarto, ma anche da un più intelligente ed efficiente uso di risorse come acqua, elettricità, energia per il riscaldamento che richiedono importanti investimenti nell’adeguamento delle reti. Si tratta di un processo in cui il settore delle utility è in prima linea. In questo campo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza gioca un ruolo fondamentale, ma non risolutivo: i fondi europei e nazionali devono trovare, infatti, un quadro normativo e amministrativo capace di mobilitare capitali privati per l’innovazione.

          Una governance adeguata assicura la riuscita della ripresa economica post-pandemia, ma è anche un’importante garanzia rispetto al timore che una città intelligente, – perché in grado di raccogliere e analizzare una grande mole di dati – non garantisca la privacy dei cittadini. La questione non riguarda solo l’aspetto normativo, che pur deve essere efficace e non comportare inutili e costosi adempimenti, ma anche la scelta di chi accompagnerà lo sviluppo urbano. Nel quadro di accordi pubblico/privato ci sono diversi settori, ad iniziare dalle aziende di telecomunicazione, che hanno dimostrato di sapere collaborare efficacemente con le amministrazioni, garantendo al contempo la protezione i dati delle persone. Ciò in primo luogo perché i servizi, e non i dati degli utenti, sono al centro del loro modello di business. Si tratta di un campo in cui la pandemia ha giocato un ruolo di acceleratore che deve essere consolidato nella ripresa. Nella consapevolezza che solo una politica di sostenibilità, accompagnata dall’uso di infrastrutture intelligenti, possa rimettere al centro le città aumentandone resilienza e vivibilità.

            Contenuti correlati