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Attività

La semplificazione normativa: una sfida per la modernizzazione del Paese

    • Milano
    • 16 Novembre 2009

          La semplificazione normativa costituisce, in termini di sviluppo economico e di competitività, una fondamentale sfida per la modernizzazione del Paese. Gli oneri burocratici inutili che gravano sui cittadini e sulle imprese, conseguenza dell’applicazione di normative ormai obsolete, rappresentano una vera e propria tassazione occulta, un freno a mano tirato per l’economia che deve ripartire. In un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando, le risorse per il rilancio del Paese non consistono solo nei contributi economici o negli sgravi fiscali, ma anche nella liberazione dai costi amministrativi non strettamente necessari, con l’enorme vantaggio che questo secondo intervento non costa nulla al bilancio pubblico e non costituisce aiuto di Stato in senso comunitario.

          La strada per modernizzare il Paese passa necessariamente attraverso un consistente intervento sullo stock normativo, caratterizzato da una legislazione stratificata e confusa. Lo Stato, inoltre, non dispone ancora di una banca dati pubblica per la consultazione delle norme vigenti, per cui un cittadino deve oggi pagare una banca dati privata – peraltro di proprietà estera – per conoscere le leggi alle quali deve obbedire.

          Nonostante la complessità del meccanismo e le diverse sensibilità e resistenze manifestate dalle amministrazioni al riguardo, è in via di attuazione lo strumento cosiddetto “taglia-leggi”, previsto nella legge n. 246 del 2005: la drastica riduzione dello stock normativo renderà possibile la rapida realizzazione di una banca dati pubblica gratuita, la cosiddetta “Normattiva”. Il meccanismo taglia-leggi, inoltre, non ha solo il compito di disboscare la “giungla” legislativa, ma diventa anche presupposto per un suo riordino che porti ad una codificazione semplificata.

          Tuttavia, la tassazione occulta degli oneri burocratici non si elimina solo con la riduzione dello stock normativo: occorre anche una semplificazione sostanziale dei numerosi adempimenti burocratici, che il più delle volte dovrebbe essere individuata e proposta dagli operatori economici (categorie sociali e datoriali) e non da chi mette a punto la normativa.

          Le misure di semplificazione adottate – soprattutto in materia di lavoro e di informatizzazione delle procedure aziendali – portano a risparmi per le imprese che superano i 7 miliardi di euro. Con una piena attuazione, si può arrivare a 21 miliardi in pochi anni: cifre da manovra finanziaria, che però non costano un solo euro allo Stato. Numerose misure di semplificazione sono state introdotte, altresì, in materia di reti, gas e banche.

          Vi sono infine norme volte alla soppressione e al riordino di alcuni enti pubblici non economici considerati “inutili”: si è così agito su 46 enti, con un risparmio di circa 71 milioni di euro.

          I vari stakeholders chiedono tuttavia alle istituzioni un maggiore sforzo, in modo da passare da una semplificazione spesso solo “annunciata” a una semplificazione che sia davvero “percepita” da cittadini e imprese.

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