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Attività

La sanità in Italia: sostenibilità, qualità, responsabilità

    • Cernobbio
    • 29 Settembre 2008

          Gli andamenti demografici, l’innovazione tecnologica, le aspettative dei cittadini: sono queste le sfide di maggior rilievo che oggi, e ancora di più negli anni a venire, è chiamata ad affrontare la sanità in tutti i principali Paesi a welfare ed economia avanzati. Nel sistema italiano queste sfide assumono un rilievo ancor più significativo, in quanto il capitolo “sanità” rappresenta, subito dopo le pensioni, la voce più ingombrante della spesa pubblica. Insieme, appunto, pensioni e sanità fagocitano letteralmente le risorse che potrebbero essere messe a disposizione per le altre politiche sociali ed è prevedibile che – alla luce delle dinamiche sul progressivo invecchiamento della popolazione italiana – questa tendenza continuerà a crescere senza soluzione di continuità. In tal senso, è evidente che il nodo essenziale da sciogliere riguarda anzitutto la sostenibilità del sistema italiano di welfare, e con essa la possibilità di combinare gli obiettivi di razionalizzazione della spesa con quelli – imprescindibili perché legati alla natura universalistica della sanità nel modello europeo di Stato sociale  –  di accesso alle prestazione e di qualità dei servizi erogati.

          Come riuscire a realizzare un simile equilibrio? La questione è imperniata su due fattori fondamentali e complementari tra loro: da un lato, la tenuta finanziaria complessiva del sistema; dall’altro, la qualità del servizio sanitario. Qualità che peraltro, già da qualche anno, pone l’Italia ai vertici della graduatoria internazionale stilata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il primo fattore è di natura evidentemente finanziaria,dunque, ma è legato a doppio filo alla più generale trasformazione in senso federalista del nostro sistema istituzionale, iniziata con la riforma del Titolo V della Costituzione e attualmente in discussione con la riforma del federalismo fiscale. Su questo fronte la prospettiva di uno Stato federale e i forti divari di efficienza tra le aree geografiche del Paese richiedono sia un riassetto del meccanismo di finanziamento del sistema sanitario, che tenga conto di elementi essenziali come il trend della domanda delle prestazioni sanitarie, il suo impatto sui conti pubblici e il possibile contributo di fondi e assicurazioni come pilastro complementare. Ciò insieme al necessario rinnovamento dei modelli gestionali delle strutture sanitarie, per promuovere la responsabilità degli operatori e la qualità nei confronti degli utenti.

          Il secondo fattore riguarda, invece, l’evoluzione del servizio sanitario da un punto di vista medico e specialistico. In quest’ottica riformare la sanità italiana significa anche intervenire sul complesso delle misure che incide sulla capacità di assimilare e mettere a sistema  le innovazioni scientifiche e  tecnologiche e i progressi diagnostico-terapeutici. Questi progressi stanno aprendo la strada a un nuovo modello di struttura ospedaliera che delega a strutture generaliste diffuse capillarmente sul territorio le pratiche diagnostiche e concentra in altre altamente specializzate le pratiche terapeutiche.

          A queste considerazioni si è aggiunta poi, in una sessione di approfondimento, una riflessione sulle condizioni di salute e della qualità della vita della popolazione italiana. In questo senso c’è una sostanziale uniformità di giudizi nel ritenere la prevenzione un elemento centrale delle più moderne tecniche diagnostiche che concorre in modo significativo alla salvaguardia e al miglioramento di tali condizioni. In un’ottica di ripensamento globale del sistema sanitario, la programmazione e il finanziamento di una strategia organica di interventi di prevenzione, compatibilmente con le relative valutazioni di fattibilità e di efficacia ed efficienza economica, diviene centrale per il mantenimento del benessere e della salute dei cittadini e, in particolare, per l’impatto sul prolungamento della vita attiva, con conseguenze pratiche anche per lavoro, produttività e sostenibilità del sistema di welfare.

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