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Attività

Il sistema bancario post pandemia: nuove sfide e nuove opportunità per l’economia reale

    • Incontro in modalità digitale
    • 15 Giugno 2021

          L’Italia si sta lasciando alle spalle l’emergenza sanitaria e ora punta alla ripresa economica. Le risorse europee del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza offrono una grande opportunità in uno scenario che presenta luci e ombre. Da un lato la crisi non è stata provocata da problemi strutturali, ma imposta dalla situazione creatasi con la pandemia; questo indica che la macchina dell’economia, pur con le difficoltà di arresto forzoso, può ripartire senza troppe difficoltà. Dall’altra parte, però, i lunghi mesi di stop alle attività hanno compromesso la situazione finanziaria di molte imprese.

          In questo scenario le banche sono un attore fondamentale. Sono in grado di offrire finanza e sostegno in un momento di ripartenza, grazie all’aumento della solidità patrimoniale costruito negli ultimi anni. Inoltre, possono essere un importante attore nel mobilitare il risparmio privato che è cresciuto notevolmente nelle fasi acute della pandemia. La ripartenza economica pone, infatti, la sfida di un rilancio del sistema nazionale, storicamente troppo sbilanciato sul credito bancario, a favore di altre forme di finanza aziendale. Questo significa convogliare le risorse delle famiglie verso l’economia reale con vantaggi sia per le imprese, sia per i risparmiatori che continuano a fronteggiare uno scenario di bassi rendimenti.

          A beneficiarne potrebbero essere soprattutto le piccole e medie imprese, le più colpite dalla crisi. Anche i grandi gruppi però riceverebbero benefici da un maggior sviluppo dei mercati finanziari, oggi assai poco rilevanti nel tessuto economico nazionale, con una capitalizzazione di Borsa che è pari al 37% del PIL, la minore fra le grandi economie europee.

          Esistono strumenti da cui partire, come i PIR, che vanno però potenziati e avvicinati al pubblico.

          Gli interventi normativi sono necessari ma non sufficienti: l’Italia continua ad avere grandi ritardi nell’educazione finanziaria. Superare questo divario significa rendere i cittadini più consapevoli delle proprie decisioni, avvicinandoli agli operatori finanziari e a strumenti di investimento che troppo spesso vengono evitati per un’eccessiva e immotivata diffidenza. Si tratta di uno sforzo che, sul modello di molti altri Stati europei, deve partire dalla scuola: formare una cultura finanziaria nei giovani significa offrire loro strumenti per dialogare con un mondo della finanza sempre più complesso e sofisticato.

          Il Covid-19 e i mutamenti dell’ultimo anno – ad iniziare da un’accelerazione nella digitalizzazione – offrono lo spunto per ripartire con un balzo in avanti che prevede una nuova normalità e non un ritorno alla situazione pre-pandemia. Esistono segnali incoraggianti, sostenuti dal mutamento della politica economica in Europa e in tutto l’Occidente: i risparmiatori sono più ottimisti e ricettivi verso investimenti nell’economia reale. Le banche sono chiamate a essere il catalizzatore di queste risorse e della voglia di ripresa presente nel Paese.

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