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Attività

Costruire una Società interconnessa: infrastrutture, investimenti, innovazione e integrazione

    • Incontro in modalità digitale
    • 9 Novembre 2020

          La pandemia ha avuto un notevole impatto sugli abituali stili di vita, sia in termini temporanei che anche, per certi versi, strutturali. Anche dopo l’arrivo di un vaccino anti-coronavirus una società interconnessa dovrà recuperare più spazi di vita fisici, con un ritorno a una vita più “normale”. Dunque, meno attività da remoto, anche se alcune di queste rimarranno come utile modalità cui si farà più ricorso per gestire le attività rispetto ai tempi pre–emergenza.

          Sul fronte della digitalizzazione l’indice DESI rivela ancora di ampi margini di crescita che necessitano però una maggiore velocità di recupero sulla media europea. L’Italia è un Paese lento nella digitalizzazione a livello d’imprese e nella partecipazione dei cittadini alla “vita digitale”, anche a causa dell’anzianità della popolazione. Ma esiste anche un problema di  risorse. Oggi, in tempo d’emergenza, l’Europa ha impegnato più di due miliardi di euro per consentire a ciascun europeo di essere vaccinato. Le risorse del Recovery fund ammontano a circa 700 miliardi euro, di cui 360 di prestiti e 300 a fondo perduto. All’Italia sono destinati oltre 200 miliardi di euro di fondi, erogati direttamente dalla Commissione europea, il 20% dei quali sono destinati al digitale. Con quattro priorità: connettività, acquisizione di competenze digitali, economia dell’innovazione, trasformazione della pubblica amministrazione.

          Serve anche un rinnovato quadro di regolamentazione del settore, partendo dalla revisione dell’approccio antitrust e da un intervento sulla net neutrality. È altresì necessario valorizzare la libertà di scelta del consumatore, potenziare gli investimenti pubblici nella digitalizzazione, gli investimenti nelle competenze digitali in tutte le scuole nonché mettere  mano alla riconversione professionale.

          Servono infrastrutture per far viaggiare contenuti che cresceranno di circa 10 volte nei prossimi 5 anni, considerato che purtroppo ad oggi un fenomeno come quello del digital divide non permette a molti di accedere a servizi broadband, ma anche a servizi importanti come l’e–learning. Il futuro passa proprio attraverso la capacità di ogni contenuto di viaggiare in una rete ampia, veloce e soprattutto sicura.

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