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Attività

Costruire una cittadinanza responsabile: valori, idee, partecipazione

    • Venezia
    • 12 Luglio 2013

          Una riflessione sul concetto di cittadinanza responsabile impone, anzitutto, una considerazione sul sistema di valori sul quale si basa il rapporto tra cittadini e classe dirigente. Il paradigma di questa relazione, vissuta spesso in termini dicotomici, è oggi messo in discussione da una crescente richiesta di verifica dal basso: misurarsi con questa domanda è compito prioritario di una leadership capace di guidare e orientare gli eventi.

          Oggi esiste un’evidente crisi di rappresentanza, causata dal ricorso alla distribuzione di risorse a pioggia come meccanismo primario di legittimazione. La conseguente piaga del debito pubblico è segno plastico della rottura di un patto implicito per cui, rallentata la crescita, le generazioni passate hanno scaricato su quelle attuali la loro ormai insostenibile qualità della vita. In tale contesto occorre ritrovare senso di responsabilità nei confronti della res publica, rivalutare la meraviglia del costruire, rigenerare fascino e speranza nel futuro. Queste leve motivazionali concorrono non poco alla creazione di una nuova etica del cittadino, la quale si esprime essenzialmente nella comunità. La sempre minore partecipazione dei cittadini al voto è una realtà come lo è –al tempo stesso – il fatto che essi indicano alle classi dirigenti una direzione precisa: forme di volontariato e aggregazioni dal basso, vere gemme del cambiamento, attendono di essere riconosciute e stimolate.

          Opacità, sistema di valori e nuove forme di comunità sono le linee interpretative con le quali analizzare anche il fenomeno delle agorà digitali. L’accesso istantaneo all’arena delle idee, del controllo e della mobilitazione, non contiene in sé una soluzione salvifica. La rete è specchio del livello morale presente in ogni relazione sociale: dalle potenzialità della mobilitazione e della decisione alle patologie connesse alla manipolazione sociale. Mettere queste reti sociali digitali al servizio della costruzione di cittadinanze sempre più responsabili è una sfida tanto difficile quanto affascinante. Dare un significato al concetto di trasparenza, verificarlo e metterlo al riparo da false promesse di libertà, implica il salvaguardare i cittadini da un’illusione di partecipazione e liberarli dal gioco di artefatti sistemi informatici che offrono spazi solo all’apparenza aperti.

          Il rapporto fecondo tra cittadini e classe dirigente esige, dunque, un forte senso di responsabilità reciproca, che deve essere formato e sollecitato da un sentimento di giustizia e solidarietà. La costruzione di una cittadinanza responsabile passa attraverso un’educazione costante, che renda i membri della comunità formati, competenti e in grado di plasmare in autonomia un’opinione su ciò che li circonda. Valori quali il merito e l’interculturalismo, oltre alla presenza nelle scuole di percorsi di formazione mirati, facilitano l’affermarsi di modelli di cittadinanza in grado di generare processi virtuosi di convivenza.

          I cittadini, diventati protagonisti della vita della comunità, sono anche consumatori più attenti, selettivi e competenti: l’affermazione di una prosumer generation costringe ad un cambio di paradigma anche nella gestione delle imprese. Impatto sull’ambiente e coinvolgimento degli stakeholder rappresentano fattori critici di successo per un’azienda che voglia migliorare la propria corporate reputation. A fronte di continue sollecitazioni dal basso, i leader, d’altra parte, sono chiamati ad una profonda assunzione di responsabilità: avere una vision di lungo periodo, sviluppare una spiccata abilità nel dirigere, evitare la malattia del “sondaggismo”, recuperare una capacità di narrazione, dimostrare con i fatti la superiorità etica del servire il bene comune prima del proprio interesse, sono l’abito di una classe dirigente che voglia governare un Paese indicando, in maniera realistica, il sogno per cui vale la pena sperare in un futuro migliore.

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