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Attività

What does Russia Think? Politics of ideas and policy choices

    • Roma
    • 1 Giugno 2008

          Il workshop internazionale si è concentrato anzitutto sul dibattito interno, attualmente in corso in Russia, che vede protagoniste varie scuole di pensiero nonostante la stretta del regime sul dissenso politico e i mezzi di informazione. È emerso un vasto consenso di fondo sul principale merito della presidenza Putin: aver consolidato lo Stato centrale e aver sfruttato la rendita energetica per accrescere il peso economico – e in parte politico – del paese sul piano internazionale. Secondo una prima interpretazione questi sviluppi rendono ora possibile una maggiore istituzionalizzazione, anche in chiave democratica o quantomeno rappresentativa, e una serie di graduali riforme. Una seconda interpretazione ravvisa invece un’opportunità perduta in termini di vera modernizzazione della burocrazia, del mondo imprenditoriale (soprattutto la categoria dei manager) e della stessa società russa.In ogni caso, il Paese sembra avviato verso una struttura politica che non corrisponde fedelmente ad alcun modello precostituito; tuttavia, alcuni tratti essenziali della visione oggi prevalente nella leadership russa ricorda gli stati-nazione europei del XIX e XX secolo, per cui si può affermare che “il futuro della Russia è il passato dell’Europa – non il suo presente”. Si tratta in particolare di una visione a forte tasso di sovranità, che privilegia l’autonomia dall’esterno rispetto alla natura liberale o garantista del potere all’interno: è questo il senso dell’espressione “democrazia sovrana” che sembra ispirare alcune scelte di fondo realizzate da Vladimir Putin. Quanto alla nuova “coabitazione” Medvedev-Putin – rispettivamente come presidente e primo ministro – molti ritengono che le leve del potere restino per ora nelle mani di Putin, sebbene sia possibile una certa competizione istituzionale. Tenderanno, comunque, a prevalere soluzioni pragmatiche piuttosto che ideologiche o precostituite, come del resto nell’intera gestione del paese.Guardando alle dimensione esterna, la politica estera di Mosca è stata e rimarrà fortemente orientata a ristabilire una posizione solida sia in Europa orientale che in Asia centrale, con particolare attenzione alle scelte americane sui maggiori dossier regionali – compresi naturalmente quello afgano e quello iraniano. Al contempo, il rapporto con l’Europa sarà cruciale per la stessa evoluzione complessiva della Russia, se non altro in ragione del vasto “vicinato” condiviso e di alcune grandi sfide comuni: trend demografici, degrado ambientale, terrorismo internazionale e i rischi di forte instabilità economica a livello globale.

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