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Attività

Russia and the future of Europe’s energy

    • Berlino
    • 6 Marzo 2008

          Una valutazione del passaggio di consegne tra Vladimir Putin e Dmitri Medvedev alla presidenza deve tenere conto della persistente centralità di Putin nel panorama politico russo. Sembra infatti chiaro che la struttura di potere a Mosca è rimasta praticamente inalterata, anche se è possibile che Medvedev tenti la strada di alcune caute riforme in senso liberale. I prossimi anni vedranno comunque un ulteriore sforzo per sfruttare appieno lo strumento delle risorse energetiche e valutarie di cui dispone il paese. Intanto, la società civile russa rimane sostanzialmente favorevole ad una leadership che assicuri stabilità e crescita economica, prima ancora che un aumento dell’influenza internazionale del paese. Sul piano dei rapporti russo-europei, sta prevalendo nel complesso un atteggiamento pragmatico (pur in assenza di un vero senso di fiducia reciproca ben radicata), mentre rimane più incerto il futuro delle relazioni russo-americane. Sebbene gli episodi di interruzione delle forniture enegetiche all’Ucraina abbiano inevitabilmente attratto grande attenzione, il problema della sicurezza energetica va visto nell’ottica del reciproco interesse a garantire forniture adeguate. In senso più generale, i rapporti di stretta interdipendenza sono ormai consolidati e dunque in gran parte al riparo dalle oscillazioni del clima internazionale. Rimangono ovviamente dei seri problemi irrisolti, come il possibile effetto-contagio tra il settore economico e quello della sicurezza (come nel caso dei successivi allargamenti della NATO e della difesa antimissile) o le possibili frizioni tra le nuove spinte nazionaliste russe e l’ampliamento della sfera di influenza della UE nel proprio “vicinato” a Est e Sudest. Anche la questione del Kosovo e le iniziative americane di diretta penetrazione in Europa centro-orientale, nel Caucaso e in Asia Centrale, possono portare a un irrigidimento diplomatico che non sembra attualmente nell’interesse di nessuno. Sono state confermate le persistenti difficoltà sulla via di un approccio europeo comune nel settore energetico, a dispetto dalle numerose dichiarazioni d’intenti in proposito. I canali di negoziato bilaterale tra i maggiori attori industriali rimangono tuttora prevalenti, e ottengono sistematicamente il sostegno politico dei rispettivi governi. Il criterio della reciprocità, pur non essendo una panacea, può rappresentare comunque uno strumento fondamentale per favorire anche il progressivo sviluppo di un quadro contrattuale e normativo più efficace.

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