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Attività

Nuovi scenari per l’impresa: la diffusione delle conoscenze e il protagonismo dell’utenza

    • Venezia
    • 16 Maggio 2008

          Modello Wiki, economia del dono, coopetition. Questi tre concetti, apparentemente oscuri, nascondono al loro interno le caratteristiche dei più avanzati modelli di socialità contemporanei; sistemi di relazione sviluppatisi su Internet e che oggi si riversano sul mondo reale, sull’economia e sulle imprese che di questa realtà sono protagoniste. All’interpretazione di questi tre concetti i più brillanti sociologi e industriali si affidano oggi per capire la realtà contemporanea e il futuro dei mercati dei prossimi vent’anni.L’irruzione della rete globale e la diffusione della banda larga, che offrono la possibilità a chiunque di diventare produttore di contenuti, critico e giudice del mondo circostante, sono centrali in questa trasformazione, e se il loro effetto non è stato ancora rivoluzionario, presto lo sarà.La classica relazione gerarchica tra chi produceva e comunicava (l’impresa) e chi ascoltava e comprava (i consumatori) non è più l’unica possibile. Permane, ma al suo fianco si è creata un’alternativa: su Internet, dal sito per scaricare musica ai blog iperspecializzati, sta emergendo un nuovo modello di economia (la Wikinomics), generato dal sistema orizzontale della rete, impostato sul dialogo tra pari, e nel quale, per qualunque argomento, è possibile trovare commenti e risposte degli utenti sempre più numerose e puntuali.È nella rete – per mezzo del modello sociale grazie ad essa sviluppato – che oggi si genera senso, valore, stimolo all’azione (e anche all’acquisto). Se questo nuovo tipo di relazione ancora sfugge è per colpa dell’impostazione “lineare” (basata sulla relazione univoca causa-effetto) con cui si è stati educati. È necessario passare dall’epoca industriale a quella digitale anche nel modo di pensare.Dire che oggi tutto è collegato non è soltanto un modo di dire. Da un approccio competitivo, aggressivo, con le aziende impegnate in “campagne” (termine militaresco) di comunicazione volte a “colpire” il “target” dei clienti, si inizia (o forse si reinizia?) a preferire un modello più collaborativo, più cooperativo (coopetition). E il marketing aziendale non può non tenerne conto.Su Internet tutto è collegato: così come il computer si è trasformato da strumento di calcolo individuale in un mezzo di comunicazione, allo stesso modo anche gli internauti – la gente comune verrebbe da dire con un po’ di ottimismo – hanno sviluppato dinamiche di aiuto reciproco (economia del dono), basato in primis sullo scambio di informazioni ed esperienze. Un bagaglio di conoscenze e di feedback che viene offerto anche alle aziende (non più vissute come polo avverso) e che già iniziano a modificare i processi di produzione (evitando quei difetti di progettazione che un tempo si riscontravano dopo la commercializzazione, con gravi danni economici per le imprese). E anche l’utente finale ne guadagna, ottenendo esattamente il prodotto con le caratteristiche che cercava: con il tramonto della società di massa ognuno desidera vedere espressa la propria individualità.

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