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Attività

Il federalismo fiscale: quali scelte per la modernizzazione e l’efficienza del Paese?

    • Roma
    • 16 Luglio 2008

          E’ ormai sempre più diffuso il convincimento che la realizzazione del nuovo assetto dei rapporti finanziari tra Stato ed enti territoriali prefigurato dalla riforma costituzionale del 2001 rappresenti un appuntamento ineludibile nell’agenda politica dei prossimi mesi.

          Nell’attuale scenario economico-finanziario, la missione di dare finalmente attuazione nel nostro Paese al federalismo fiscale rappresenta una opportunità da non perdere per realizzare una nuova e più moderna impostazione delle amministrazioni e delle politiche pubbliche attraverso il ravvicinamento tra i cittadini e le amministrazioni responsabili delle decisioni di entrata e di spesa.

          Il recupero di margini di efficienza deve costituire un obiettivo fondamentale del federalismo fiscale, evitando ogni forma di duplicazione nell’esercizio delle funzioni; si dovrà tendere, al contrario, a liberare risorse che possano essere progressivamente restituite all’economia privata mediante una riduzione della pressione fiscale.Per promuovere tale recupero di efficienza, evitando che i meccanismi perequativi previsti dalla Costituzione si traducano in un disincentivo al raggiungimento di una effettiva autonomia degli enti territoriali, nella individuazione dei costi delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali sarà necessario superare progressivamente il criterio che assume a parametro i costi storici, in favore dell’adozione di standard applicabili all’intero territorio nazionale.In questo senso, la realizzazione del federalismo fiscale potrebbe costituire, diversamente da quanto spesso paventato nel dibattito pubblico, uno strumento fondamentale per rafforzare la garanzia del pieno godimento dei livelli essenziali delle prestazioni relative ai diritti di cittadinanza sull’intero territorio nazionale.Al fine di assicurare il pieno successo della riforma, essa dovrà essere il frutto di un ampio confronto – da svolgersi in sede parlamentare – che coinvolga le rappresentanze delle autonomie territoriali e i diversi schieramenti politici e dovrà prendere l’avvio da un’opera di ricognizione degli stock e dei flussi di entrata e di spesa a livello centrale e territoriale, cui dovranno concorrere tutte le istituzioni competenti in materia.

          La realizzazione del nuovo quadro dei rapporti finanziari dovrà inoltre inserirsi in un più ampio quadro di riforma dell’assetto istituzionale. Al fine di assicurare la corrispondenza tra le funzioni e le risorse attribuite ai diversi livelli territoriali, anche con riferimento agli enti dotati di speciale autonomia, il nuovo disegno della struttura fiscale del Paese dovrà, in primo luogo, procedere di pari passo con l’individuazione delle funzioni fondamentali degli enti territoriali, che potrebbe costituire altresì l’occasione per una più ampia riflessione sulla semplificazione dell’attuale assetto degli enti locali.Nel quadro delle misure volte ad assicurare una efficace gestione politica del processo di transizione che conduca alla definitiva introduzione del federalismo fiscale, assumono, infine, rilievo centrale le proposte di superamento del bicameralismo paritario previsto dalla Costituzione, in favore di un modello bicamerale differenziato, che assicuri un’adeguata rappresentanza delle autonomie territoriali.

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