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Attività

I volti dell’Islam

    • Milano
    • 3 Dicembre 2007

          La tavola rotonda ha costituito un momento privilegiato per riflettere in maniera più approfondita sulle relazione tra l’Occidente e l’Islam. Dopo l’11 settembre è apparso chiaro che il problema principale della cultura occidentale sarebbe stato quello delle relazioni con il mondo islamico. Ed è apparso parimenti chiaro che queste ultime non si potevano ridurre a normali relazioni internazionali, ma coinvolgevano una ben più ampia pluralità di dimensioni. In altri termini, anche se non necessariamente di un “clash”, per certo si veniva parlando di un confronto, di un paragone, di un rapporto tra civiltà. In questo quadro la dimensione specificamente culturale ha di fatto assunto, come era prevedibile, un significato strategico: la diversità culturale -prima ancora dei modelli politici ed economici – resta il terreno di più profonda distanza e di più marcata diffidenza. Peraltro, proprio sul terreno della cultura l’abisso di separazione è forse meno comprensibile, fondato com’è non sulla conoscenza ed un rifiuto del tutto legittimo, ma su un’ignoranza pressoché assoluta. Se, infatti, si considera la cultura scritta, si deve purtroppo constatare che i testi islamici sono del tutto assenti dal panorama dell’editoria occidentale e dalle conoscenze della maggioranza dei cittadini. Fatta eccezione per due soli – il Corano, in verità mal tradotto, e le Mille e una notte -, non esistono in Occidente testi chiave della cultura islamica. L’ intero corpus scritto di una vasta civiltà ci è completamente ignoto. Il divario va colmato. Diviene, quindi, urgente avere a disposizione maggior strumenti per poter fare uno sforzo di comprensione dell’Islam partendo peraltro dai punti di contatto già esistenti, anche se non sono così numerosi e su questi costruire una maggiore e più proficua comprensione reciproca.

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