La virtù: un nuovo stile di vita?
Al centro del dibattito l’attuale rinascita dell’interesse per la virtù quale insieme di valori assoluti ed eterni.
Al centro del dibattito l’attuale rinascita dell’interesse per la virtù quale insieme di valori assoluti ed eterni.
La conferenza ha affrontato temi strategici e di grande modernità, mettendo in evidenza i ritorni in termini di crescita economica che il settore può dare al Paese. Centrale è stato anche il dibattito sulla ricerca sia pubblica che privata, sulla necessità di individuare aree di eccellenza per aumentare la riconoscibilità della ricerca italiana per attirare capitali nazionali ed esteri.
L’annuale appuntamento dedicato all’economia globale si è concentrato sulle problematiche più attuali presenti nello scenario economico internazionale, privilegiando, nell’apertura, la consueta riflessione sugli squilibri tra “big savers” e “big spenders”, in una fase di fluidità degli assetti geopolitici mondiali. Filo conduttore della conferenza è stato il forte dinamismo delle economie asiatiche, con riferimento non solo a Cina e India ma anche alla ripresa giapponese.
L’incontro ha offerto l’opportunità di discutere le priorità della politica di sicurezza degli Stati Uniti nel rapporto con gli alleati europei, dalla missione in Afghanistan al futuro dell’Iraq, dalla crisi nucleare iraniana al tema più generale dello sviluppo di maggiori capacità multinazionali di intervento rapido su scala globale. L’agenda transatlantica presenta anche questioni più strettamente politiche, come la delicata evoluzione politica in corso in Russia, in connessione con il possibile ulteriore allargamento della NATO verso il Caucaso e la stessa Ucraina.
La Tavola Rotonda “Combattere la povertà” è stata ospitata dalla Comunità di Sant’Egidio e ha offerto per i partecipanti un’interessante occasione di dibattito sul tema della lotta alla povertà e sul grado di impegno che l’Italia – Stato membro del G8 – deve mostrare nei confronti delle aree più povere del pianeta, in particolare dell’Africa.
La conferenza ha messo in evidenza una serie di analisi e proposte per favorire la competitività del mercato e garantire alle imprese e ai consumatori servizi di qualità a costi sostenibili. E’ stata evidenziata la necessità di una maggiore liberalizzazione nelle professioni e nei servizi che potrebbe portare vantaggi significativi per gli utenti e per il sistema-paese. Una particolare attenzione è stata inoltre dedicata agli assetti proprietari delle imprese di pubblica utilità nonchè ai rischi e alle opportunità di un completo ritiro del controllo pubblico.
La consueta riunione primaverile degli Amici di Aspen, quest’anno si è tenuta a Palazzo Bocconi – appartenuto alla famiglia omonima e oggi di proprietà dell’Università "L.Bocconi" – sede storica per dibattere un caso della società attuale: "La Comunità degli "Italians" nel mondo: un felice caso di studio sul genio italico". La riunione, come sempre, ha offerto l’occasione di presentare i nuovi associati al gruppo ed esaminare alcuni argomenti fra i quali scegliere il tema della undecima conferenza annuale, prevista a fine novembre.
L’interesse nazionale, tema cui Aspen ha sempre dedicato grande attenzione producendo in tempi recenti due pregevoli volumi, va innanzi tutto ridefinito e collocato in un contesto europeo. Se infatti la recente normativa comunitaria ha progressivamente eliminato le barriere tra i mercati, non è tuttavia riuscita ad omologare i sistemi economici e le regole nazionali. Ma è anche e soprattutto una questione di establishment sia politico che economico, non sempre all’altezza di affrontare sfide di grande impegno.
L’incontro ha costituito una importante occasione per fare il punto sul processo di allargamento dell’Unione Europea ai Balcani, Romania e Bulgaria in primo luogo. Sono state analizzate, in particolare, le politiche necessarie a rafforzare la presenza degli investimenti diretti esteri nell’area per favorire così un rapido processo di integrazione economica. Al centro del dibattito anche i temi dell’immigrazione, della sicurezza e della formazione delle risorse umane.
La Tavola Rotonda ha evidenziato una forte territorializzazione del sistema bancario dovuto in buona parte alla natura stessa del sistema economico, caratterizzato da una grande quantità di imprese piccole e medie nel settore industriale e dei servizi. Partendo dal fatto che esistono oggi 37 Banche Popolari e 439 Banche di Credito Cooperativo per un totale di 14,8% sull’attivo bancario italiano si è discusso sul ruolo futuro di questa realtà così importante.
L’incontro degli Aspen Junior Fellows ha posto al centro del dibattito la riscoperta di un nuovo patriottismo sia in campo economico, che nella cultura e nella società. Il patriottismo ha le sue basi nella libertà e nella ricerca del bene comune e non può, quindi, rappresentare una minaccia per gli altri paesi, né essere un ostacolo verso relazioni stabili e proficue con l’Europa e il resto del mondo.
Il volume “Chi guida l’economia” è il risultato finale di un progetto nato da un’indagine statistica a largo raggio tra la classe dirigente pubblica e privata, in particolare soci di Aspen Institute Italia, aderenti a Confindustria ed esponenti della Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione. Ne è emerso un quadro di pregi e difetti della leaderhsip economica italiana, tra i quali la sostanziale equiparazione nella formazione e competenza della dirigenza pubblica e privata, la mancanza di internazionalizzazione e la limitata presenza femminile in ruoli di alta responsabilità.
Dalla riunione è emerso che la convergenza delle diverse piattaforme apre nuovi scenari sia per i produttori di contenuti che per i broadcaster, affermati o new entrants. Per poter dispiegare appieno le potenzialità del settore sono state messe in evidenza alcune priorità. Innanzi tutto la neutralità tecnologica, un punto fermo per il futuro. Si è sottolineato che le nuove politiche da parte dei produttori di contenuti sia in tema di distribuzione che di contrasto alla pirateria potranno portare ad una espansione del mercato senza che vi sia una "cannibalizzazione" tra i settori.
Il dibattito ha toccato temi di rilevanza strategica per il Paese tra i quali il delicato nodo dell’approvvigionamento del costo e della distribuzione dell’energia. Un’efficace politica energetica deve saper coniugare con successo sicurezza ed efficienza, all’interno di un patto nazionale che coinvolga la politica e le imprese. È stata sottolineata la necessità di modificare il mix energetico, attualmente a prevalenza gas, attraverso il carbone pulito -grazie alle nuove tecnologie – le energie rinnovabili, il risparmio energetico e riconsiderare anche l’energia nucleare.
La marca è una realtà complessa e multidimensionale, un sistema dinamico che deve avere una personalità ben definita, unica, memorabile, seduttiva. Il brand diviene deposito di segni da cui il consumatore ricava simboli, mondi e valori che usa poi per relazionarsi e comunicare con gli altri, con l’ambiente sociale. Si parla quindi di una sorta di "alchimia della marca".
Le opere pubbliche sono necessarie per rilanciare la competitività del Paese e implicano un più largo accordo tra i diversi livelli istituzionali – stato, regioni ed enti locali. L’Europa e le sue direttive, inoltre, incideranno in modo innovativo sul regime italiano, comportando un adeguamento della Legge Merloni e una rivalutazione del General Contractor. Al centro della discussione anche il tema dell’individuazione delle notevoli risorse finanziare che ogni grande opera pubblica richiede.
Venerdì 24 e sabato 25 febbraio si è svolto a Berlino il tradizionale incontro sull’Europa, l’Aspen European Dialogue, giunto alla sua quindicesima edizione dal titolo “Germania: la chiave per sbloccare l’Europa?”. La conferenza ha fornito occasione di dibattito sulle nuove priorità della Germania: i primi passi e le prospettive della Große Koalition, il nodo delle riforme strutturali in campo socioeconomico, il problema fiscale e il rapporto con l’Europa.
L’incontro ha voluto essere un’occasione per approfondire l’analisi dell’attuale situazione e valutare le azioni possibili da parte degli attori – istituzionali ed economici – per la realizzazione di strumenti in grado di far fronte alle nuove esigenze sociali. Partendo dal riconoscimento dei radicali cambiamenti demografici, economici e sociali avvenuti negli ultimi decenni si è riconosciuta l’urgenza per i governi europei di riformare il sistema di welfare per renderlo capace di rispondere alle nuove realtà, senza però snaturare il principio di solidarietà.