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Attività

Italy and the UK: addressing global challenges in a reformed EU

    • Roma
    • 3 Febbraio 2016

          Avere un’Unione più forte e riformata nel profondo. L’obiettivo è ambizioso, ma non irraggiungibile. Italia e Regno Unito possono giocare in questo senso un ruolo di primo piano. Il negoziato con il Regno Unito rappresenta una grande opportunità di riforma e rafforzamento dell’Unione.

          La bozza di accordo presentata dal Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk è un primo passo positivo. Esistono margini di ottimismo per prevedere un’intesa nel prossimo Consiglio Europeo del 18 febbraio. E scongiurare  quello che i più  temono e alcuni invece auspicano: una sconfitta referendaria di David Cameron e l’eventuale Brexit. Le differenze che, senza dubbio esistono, vanno gestite mantenendo aperto il processo di integrazione.

          C’è bisogno di un’Europa più competitiva. E per questo servono  riforme strutturali quali il completamento del mercato interno,  l’unione del mercato dei capitali, la realizzazione del mercato unico digitale, meno burocrazia e meno regole soprattutto per le PMI. È necessaria una maggiore apertura degli scambi commerciali e, in particolare, la chiusura in tempi brevi della  trattativa sul TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership.

          Il sistema economico europeo è chiamato a diventare  sempre più frontiera di innovazione, tecnologia e conoscenza: tre parametri fondamentali per assicurare la crescita. In questa agenda di riforme strutturali orientata al futuro l’Italia farà la sua parte chiedendo nulla di diverso se non l’applicazione di una politica di bilancio secondo le norme. Le banche italiane dal canto loro non potranno che beneficiare del nuovo sistema di regole. L’Unione bancaria e quella dei mercati dei capitali si possono sostenere a vicenda.

          Strategica diviene anche  la regolazione dei delicati rapporti in Europa tra chi è dentro e chi è fuori l’euro. Se da una parte la Gran Bretagna non sarà certo contraria ad una maggiore integrazione dell’eurozona, non vuole però essere obbligata a farne parte, e, in un’ottica di difesa della sterlina, propone un diritto di veto  su decisioni sgradite dell’area dell’euro. La bozza di accordo prevede anche la possibilità  che una coalizione di parlamenti nazionali possa bloccare proposte di legge della Commissione.

          Altro punto fondamentale è quello della gestione dei crescenti flussi migratori. Il Governo inglese propone l’opzione di sospendere i diritti di welfare di cittadini europei in Gran Bretagna: il che non significa pregiudicare la libertà di movimento delle persone, ma salvaguardare il welfare britannico da gravi danni. Ma promette impegno e diritti per i rifugiati, riconoscendo peraltro all’Italia di avere per prima dato un grande contributo all’accoglienza e alla gestione dei migranti. L’Italia dal canto suo conferma l‘impegno a partecipare finanziariamente alla decisione europea di destinare alla Turchia 3 miliardi di euro per la gestione dei flussi.

          • Giulio Tremonti, George Osborne, Pier Carlo Padoan e Marta Dassù
          • Italy and the UK: addressing global challenges in a reformed EU, Roma, 3 febbraio 2016
          • Giulio Tremonti e George Osborne
          • George Osborne e Pier Carlo Padoan
          • Mario Monti
          • Emma Bonino
          • Franco Frattini