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Attività

Politics, science and innovation across the Atlantic

    • Roma
    • 27 Novembre 2009

          La discussione ha preso l’avvio dal metodo scientifico, evidenziando la complessa e spesso difficile interazione delle scienze “esatte” con la politica e soprattutto con i mezzi di informazione – filtro indispensabile per raggiungere l’opinione pubblica e di riflesso anche le elites. Il pieno rispetto della deontologia professionale dei fisici o dei biologi è essenziale per consentire un corretto utilizzo delle conoscenze nell’affrontare molte questioni sociali ed economiche; ciò è sempre più vero in considerazione dell’impatto diretto che le nuove tecnologie possono avere sulla vita individuale e collettiva. D’altro canto, molti partecipanti hanno sottolineato come la politica e la società dovrebbero abituarsi al fatto che la scienza non è sempre in grado di fornire risposte certe, e tantomeno ricette infallibili.

          E’ stato discusso anche il ruolo specifico della religione nell’affrontare le implicazioni dei progressi scientifici: anche in questa prospettiva la condizione principale per decisioni trasparenti e bene informate sembra essere il rispetto reciproco di ambiti distinti. In ogni caso, il dibattito su molte questioni eticamente sensibili non si pone oggi nei termini di “fede contro ragione”, ma piuttosto di diverse forme di razionalità, anche sotto l’influenza della continua evoluzione degli approcci scientifici – come mostra ad esempio il passaggio ad una visione quantistica dei fenomeni fisici o la nuova visione “olistica” nel campo della genetica.

          Sui temi energetici e climatici si intrecciano evidentemente molti piani di azione: lo sviluppo di nuove tecnologie, l’allocazione di grandi risorse finanziarie da parte dei mercati, e scelte fondamentali da parte dei governi nazionali. Si è registrato un vasto consenso tra i partecipanti sull’esigenza di strategie di breve e medio periodo incentrate sulla conservazione e l’efficienza energetica (in base a tecnologie già fruibili) accompagnate da forti investimenti che possano produrre un vero “salto” tecnologico. Intanto, si prevede che soprattutto il mercato mondiale del gas naturale sarà profondamente alterato dalla scoperta di nuovi giacimenti – non soltanto in nord America – il cui sfruttamento è diventato vantaggioso. Ciò comunque non impedirà ad alcuni grandi paesi emergenti di sfruttare ancora per diversi anni le loro ampie riserve di carbone, con conseguenze ambientali negative.

          Sull’energia nucleare le valutazioni sono più divergenti, ma anche in questo campo è realistico aspettarsi notevoli progressi nei prossimi anni, potenzialmente rivoluzionari.

          I settori della difesa e dello spazio hanno storicamente rappresentato grandi elementi di traino per l’innovazione, soprattutto negli Stati Uniti. La crescente importanza delle tecnologie “a uso duale” (civile e militare) spinge ancor più le autorità politiche a trattare questi settori come prioritari interessi nazionali, anche mentre prosegue il processo di consolidamento dell’industria per raggiungere la necessaria massa critica, con pochi grandi attori multinazionali che non rispondono necessariamente alle sollecitazioni di alcun singolo governo. E’ stato inoltre rilevato come, nonostante il grande interesse per l’introduzione delle nuove tecnologie nel settore della difesa, l’effettivo utilizzo di strumenti altamente innovativi è più lento e graduale di quanto spesso previsto, a causa della persistente importanza del fattore umano e culturale.

          Analizzando in particolare il caso dell’Italia alla luce delle “best practices” internazionali, i partecipanti hanno poi discusso degli aspetti organizzativi che favoriscono l’avanzamento scientifico: l’equilibrio tra ricerca di base e ricerca applicata; il diverso apporto dei grandi laboratori o consorzi rispetto ai piccoli laboratori indipendenti; i meccanismi di finanziamento (sia pubblico che privato) per la ricerca; il contesto imprenditoriale come acceleratore dell’innovazione; l’istruzione superiore come piattaforma indispensabile per l’attività scientifica avanzata. La situazione italiana va senza dubbio inserita nel contesto europeo, anche se vi sono alcune specificità e problemi particolarmente acuti: soltanto mettendo “in rete” le competenze nazionali, e valorizzando al meglio i cervelli italiani già affermati all’estero, si potrà integrare il Sistema Italia nei grandi processi di innovazione.

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