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Attività

L’eccellenza del fare: mestieri d’arte e Made in Italy

    • Milano
    • 3 Febbraio 2014

          La riscoperta dei mestieri d’arte, con la valorizzazione di saperi da sempre presenti sul territorio italiano, è un tema chiave per il Paese perché, in un contesto così difficile, può rappresentare un importante volano di sviluppo economico e crescita. Esiste in Italia una peculiare complementarietà tra industria manifatturiera e mestieri d’arte.  La bottega diventa infatti laboratorio, fucina di nuove tecnologie, di mestieri inediti, di casi di successo internazionale spesso straordinario. Molti storici mestieri d’arte hanno saputo rigenerare nel tempo il loro ruolo e la loro immagine, interpretando i mutamenti nelle richieste del pubblico. Talune specializzazioni, per esempio legate alla moda o all’enogastronomia, non sono meri fenomeni culturali o professionali sopravvissuti in poche aree protette, ma sono diventate importanti realtà produttive nazionali.

          L’artigianato contemporaneo comprende circa diecimila mestieri diversi, molti dei quali inventati negli ultimi anni, e l’Italia, Paese a forte vocazione manifatturiera e secondo esportatore europeo, dovrebbe valorizzare pienamente questo patrimonio. Sono tuttavia necessari interventi mirati per non disperdere una risorsa unica fragile e non adeguatamente tutelata. I dati mostrano, infatti, che anche questo comparto ha subito una forte contrazione durante la crisi. Il numero degli artigiani e operai specializzati nei settori legati al Made in Italy negli anni dal 2008 al 2012 è diminuito del 10%, una percentuale superiore alla media dell’occupazione nazionale. Aspetto preoccupante è che tale flessione sia stata più marcata fra i giovani artigiani. Complessivamente, il numero di imprese artigiane nello stesso arco temporale è diminuito del 6%, e in modo più pronunciato fra le imprese legate alle produzioni del Made in Italy.

          Se i dati di insieme segnalano una forte difficoltà per i mestieri d’arte, non mancano gli elementi positivi che indicano i punti di forza da cui ripartire. L’export di prodotti di alto artigianato mantiene un saldo fortemente positivo e in crescita anche durante la crisi, specialmente nei comparti dell’oreficeria, occhialeria, e enogastronomico. Sono poi enormi – e ancora, per lo più, inesplorate – le potenzialità di consumo della emergente classe media soprattutto asiatica. 

          La difesa e valorizzazione di un patrimonio di saperi, così importante per l’Italia, richiede urgenti interventi mirati. Innanzitutto, la trasmissione del “saper fare” è il passaggio critico per la tutela dei mestieri d’arte: il mancato trasferimento alle nuove generazioni di questi saperi si sta, infatti, traducendo in una perdita spesso irrecuperabile. In quest’ottica, la scuola dovrebbe offrire percorsi di avvicinamento e apertura al mondo delle professioni e dell’artigianato. Inoltre si dovrebbe promuovere, nel sistema educativo e attraverso i media, la percezione del mestiere d’arte come opportunità di sviluppo professionale e personale nonché rilanciare l’apprendistato con contratti di lavoro adeguati e meno penalizzanti per i giovani.

          Considerando lo storico stretto legame tra il nostro artigianato d’eccellenza e il territorio, un forte accento va posto sulla tutela del paesaggio, delle realtà distrettuali, e dei circoli virtuosi che si alimentano nel rapporto tra territorio, turismo e mestieri d’arte. Preservare la tradizione implica adottare le nuove tecnologie digitali e i mercati virtuali per far conoscere e vendere i propri prodotti di eccellenza. Vanno altresì stimolate e accresciute le sinergie tra artigianato e manifattura per facilitare l’accesso a canali distributivi internazionali coniugando innovazione e rinnovamento tecnologico.   

          Lo Stato e la pubblica amministrazione dovrebbero recuperare un ruolo di regia più attento, proattivo e coordinato nella promozione internazionale delle nostre eccellenze. L’impianto legislativo e burocratico del  sistema grava poi in maniera eccessiva sulle imprese di minori dimensioni. È necessario semplificarlo senza rinunciare alle regole indispensabili a garantire la corretta concorrenza e la tutela della qualità delle produzioni. Soprattutto occorre diffondere la consapevolezza del ruolo che l’artigianato di eccellenza e i mestieri d’arte rivestono nel definire quello “stile italiano” identificato in tutto il mondo con la bellezza, l’eleganza, il prestigio di una tradizione inimitabile.

           

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          Fondazione Deutsche Bank e Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte hanno realizzato il volume “La regola del talento”, la prima directory delle Scuole italiane legate ai mestieri d’arte.

          Una panoramica più ampia è offerta dal sito scuolemestieridarte.it