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Attività

Da banca a impresa competitiva

    Incontro con Fabio Gallia
    • Roma
    • 20 Gennaio 2014

          Il 2014 è l’anno d’avvio dell’Unione Bancaria Europea. Essa nasce da difficili compromessi fra i vari paesi, dopo sei anni di crisi finanziaria e due recessioni. Le previsioni per l’Italia indicano per questo nuovo anno una modesta ripresa del PIL, lontana da una crescita apprezzabile. Quali sono dunque le risorse e le strategie che le banche possono mettere in campo per rafforzarsi da un lato e, dall’altro, sostenere imprese e famiglie in questa fase di cambiamento strutturale dell’economia italiana ed europea? I margini di manovra appaiono molto stretti. I prestiti risentono della bassa domanda per investimenti e, dal lato dell’offerta, dell’elevato rischio di credito e della pressione della recessione sui bilanci delle banche. Il credito alle imprese non ha ancora beneficiato del miglioramento delle condizioni sui mercati finanziari; esso è diminuito in Italia, nei tre mesi terminanti in novembre, di oltre l’8 per cento su base annua e continua a rappresentare un freno alla ripresa [1].

          È ancora percorribile e con quali rischi il modello di banca universale nato circa un secolo fa? Il sistema bancario, nelle sue molte articolazioni, è stato sempre lo snodo fondamentale della storia economica italiana. Dalla crisi del 2008 la crescita della velocità del cambiamento è diventata una sfida sempre più impegnativa per il sistema bancario: l’innovazione tecnologica richiede, ad esempio, un aggiornamento dei canali distributivi e dei prodotti, con effetti sul personale e sulle competenze necessarie a mantenere competitività. 

          L’Italia rimane il secondo paese manifatturiero d’Europa: le PMI rimangono tuttavia ancora dipendenti per il 90% dal credito bancario come  fonte di finanziamento (rispetto ad alternative come i mini-bond). Un ruolo significativo delle banche è sostenere l’internazionalizzazione delle imprese da un lato e, dall’altro, interpretare il territorio, il rapporto a livello locale e di prossimità, valorizzando la presenza capillare di reti bancarie che costituiscono un valore per il Paese. Un aspetto territoriale peculiare è il Sud, come opportunità da cogliere nelle diverse dimensioni, inclusa l’offerta bancaria.        

          Nel 140° anno dalla sua nascita rimangono attuali le parole di Luigi Einaudi sulla sfida del servizio che le banche devono saper interpretare:  “Le banche non sono fatte per pagare stipendi ai loro impiegati o per chiudere il loro bilancio con un saldo utile; ma devono raggiungere questi giusti fini soltanto col servire nel miglior modo il pubblico” [2].

           


          [1] Banca d’Italia, Bollettino Economico n. 1, sintesi, gennaio 2014.

          [2]  Luigi Einaudi, Relazione del Governatore della Banca d’Italia, 1943.