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Attività

Tavola rotonda Intergenerazionale – L’Italia di oggi e quella che vorremmo

    Un patto fra generazioni su etica, solidarietà, merito, competizione
    • Roma
    • 25 Settembre 2013

          Con questa Tavola Rotonda si avvia un confronto fra diverse generazioni su temi di comune interesse. “Solo da un incontro di differenti saperi, talenti e idee può nascere una speranza per il nostro futuro e un parziale sollievo dal caos che ci circonda” è l’idea che ha guidato Walter Paepke, fondatore di Aspen Institute.

          La diversità anagrafica esprime oggi una decisa frattura fra “vecchi e giovani”, segnata dall’eredità della crescente disoccupazione giovanile e di un debito pubblico che pesa per oltre 30mila euro su ogni nuovo nato. Così si perde il senso di Nazione, intesa come “una grande solidarietà, costituita dal sentimento dei sacrifici compiuti e da quelli che si è ancora disposti a compiere insieme” come affermava Ernest Renan. Occorre sostenere un patriottismo contemporaneo che esprima valori che giustifichino un nostro futuro condiviso in cui riconoscerci come Nazione. Per questo è centrale realizzare lo sviluppo economico, intorno al quale costruire un progetto comune di Paese e guardando alle migliori esperienze europee. L’Italia deve aprirsi all’imprenditorialità, alla concorrenza, lavorare sui punti di forza dove può eccellere eliminando gli ostacoli alla loro espressione.

          Come diventare un Paese per giovani evitando il rischio del giovanilismo? Come sostenere un confronto fra idee, basato sul merito, e non fra carte di identità? Quali devono essere i contenuti di un patto intergenerazionale per una società inclusiva, dinamica e che generi una prospettiva positiva? Occorre il rispetto delle regole, ma anche meno regole e un atteggiamento meno soffocato dalla burocrazia. Essere giovani significa avere una “vita etica”, non è solo un dato biologico. È vivere le sfide dell’attualità, assumere rischi e responsabilità, non attendere che le generazioni più anziane lascino spazi senza che vi sia un confronto che spesso, lo dimostra la storia, diventa conflitto.

          Etica, concorrenza, riconoscimento del valore individuale senza perdere valore sociale e solidarietà sono temi alla base di una riflessione che da tempo non si concretizza. Come ridisegnare la linea di confine fra welfare e società premiante che metta in moto gli ascensori sociali? Come innovare la società? Nella “questione intergenerazionale” assume particolare importanza un modello di sviluppo che coniughi crescita e ambiente che “non ereditiamo dai nostri padri, ma prendiamo in prestito dai nostri figli”. In un tempo schiacciato sul presente occorre riflettere sul dovere delle generazioni attuali di garantire pari opportunità alle generazioni future. Avendo come riferimento le sfide del mondo globalizzato e l’Europa come opportunità.