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Attività

L’internazionalizzazione delle PMI. Innovazione e fonti di finanziamento

    • Milano
    • 20 Giugno 2011

          Gli Amici di Aspen si sono ritrovati a Milano, nella sala Liberty del Circolo Filologico di Milano in occasione della sedicesima edizione della conferenza annuale del gruppo. L’incontro – oltre, come consuetudine, a offrire un punto sulla vita associativa – ha proposto una riflessione sul serrato confronto nel panorama mondiale che deriva dall’affermarsi da protagoniste di nuove aree geografiche e culturali e quali strumenti permettano alle imprese di affermarsi all’estero e affrontare lo shock finanziario che ancora fa sentire i suoi effetti. Le imprese si sono comunque incamminate in questa direzione come dimostrano una serie di dati e comparazioni raccolti in una ricerca di Mediobanca- Unioncamere, la cui presentazione ha aperto i lavori.

          Le organizzazioni industriali del mondo contemporaneo infatti si basano sempre più sulla specializzazione dei mestieri e sulla costruzione di “sistemi” di imprese nei quali i fabbisogni di risorse finanziarie vengono frazionate. Si afferma il modello di un quarto capitalismo, che è ideatori di reti: un’industria “leggera”, che consente di operare con strutture a basso consumo di capitale. Il modello oggi additato come migliore per affermarsi globalmente quindi, è quello degli specialisti di nicchia a forte innovazione di prodotto e di tecnologie che presenta una filiera transnazionale, ma ha una determinante presenza locale di partenza.

          È necessario lavorare sui territori, se non si vogliono perdere le imprese e per fare ciò resta parola d’ordine valida l’innovazione in termini di qualità, servizio al cliente, investimenti in R&S. Le medie imprese italiane sono parte dinamica del sistema produttivo e generano ormai il 29% del valore aggiunto dell’intera industria manifatturiera nazionale. La quota, già rilevante, sale ulteriormente e arriva al 40-50% se si tiene conto dell’indotto delle piccole imprese. Infatti, in Italia oltre trecentomila piccoli imprenditori operano nell’industria con imprese tra i due e i cinquanta addetti. Una base ampia composta da realtà molto diverse che vanno dalle aziende micro, in stragrande maggioranza, fino a quelle, nell’ordine delle migliaia, che arrivano alla fascia delle medie. Tutte rappresentano un “saper fare” vivace e creativo, ammirato nel mondo. Più di due su tre esportano: un fatto più unico che raro nel panorama internazionale.

          Partendo da questa positiva realtà si cerca di costruire delle linee guida di un processo e uno sviluppo della internazionalizzazione delle PMI e si indaga sul ruolo più efficace per le istituzioni in tal senso.

          Alcune novità positive vengono dalla legislazione europea che investe risorse in questa direzione e anche alcune istituzioni che riescono a mettersi in rete in modo più efficace. Anche il meccanismo bancario nell’applicare il credito alle imprese presenta alcuni miglioramenti, pur nelle preoccupazioni che l’applicazione di Basilea 3 solleva.

          Certo resta una burocrazia di fondo che attraverso una tassazione non sempre mirata e alcune ispezioni e multe talvolta di difficile comprensione non è di aiuto. In conclusione sembra condivisa l’opinione che esistono grandi opportunità globali e alcuni ostacoli nazionali da affrontare e rimuovere con coraggio.