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Attività

I talenti italiani all’estero

    • Roma
    • 21 Settembre 2014

          Lavoro, formazione e innovazione sono i tre elementi da cui ripartire per offrire al Paese un futuro. Il problema dell’occupazione, in particolare, affligge tutta Europa, ma in Italia assume proporzioni maggiori. In questo contesto il rischio è quello di perdere un’intera generazione di talenti, alimentando un circolo vizioso: la distruzione di competenze in tanti settori, infatti, è un processo irreversibile. Non bisogna dimenticare, poi, che per creare lavoro, sono necessari soprattutto crescita ed investimenti. E questi ultimi sono attratti da varie condizioni fra cui la stabilità sociale, sempre più minata da un aumento delle diseguaglianze, anche generazionali.

          Le sfide cui è sottoposto il mondo del lavoro in Italia sono complesse: conciliare flessibilità e tutele; favorire inclusività e coesione sociale; garantire buone condizioni sull’intero arco della vita professionale. Tuttavia, identificare il punto di partenza è semplice: nei Paesi sviluppati l’assenza di lavoro può essere risolta solo con progetti mirati in campi specifici di eccellenza che consentano di aumentare competenze e produttività. L’Italia, come le altre economie europee, deve insomma trovare settori “core” su cui puntare ed investire.

          L’attrazione e la promozione dei talenti rimane in questo ambito una delle strategie migliori: la qualità del lavoro che si crea oggi nel mondo industrializzato può essere mantenuta solo con l’attrazione del capitale umano di eccellenza. E questo passa per un investimento sulla formazione di qualità. In un’economia post-industriale la responsabilità di formare una forza lavoro più istruita, creativa e produttiva non è solo di scuole, università e centri di formazione, ma anche di aziende e istituzioni: è necessario per questo attivare circoli virtuosi di collaborazione tra tutti gli attori coinvolti, costringendo al cambiamento anche le istituzioni educative più tradizionali e puntando su una formazione continua, facilitata dalla diffusione delle nuove tecnologie.

          L’innovazione del resto, importante per tutte le economie, è fondamentale per un Paese, come l’Italia, che invecchia più degli altri e che ancora presenta diversi problemi irrisolti: dalla mancanza di una cultura che sostenga il merito e il rischio, alla scarsità delle risorse economiche. Eppure tanti sono anche i punti di forza del Paese: iniziando dal fatto che se l’Italia non formasse capitale umano di qualità non si potrebbe certo parlare di brain drain.

          Il problema, semmai, è che il buon livello della ricerca italiana– migliorato ulteriormente negli ultimi anni – non sembra applicato al meglio. Per questo il primo intervento da compiere parte proprio dal mondo accademico e dal sistema scientifico che vanno aperti ai contributi e alla competizione globali.

          I cambiamenti nei campi dell’innovazione, della formazione e del lavoro sono, quindi, necessariamente correlati e più che mai necessari e urgenti. Occorre, certo, un dibattito su quale debba essere il ruolo delle istituzioni in questo processo: registe dei processi di innovazione, oppure semplici facilitatrici e fornitrici di infrastrutture, senza interferenze con le iniziative del mercato. L’unica certezza è la necessità di eliminare gli eccessivi vincoli burocratici che ancora oggi rallentano e ingabbiano le nuove energie capaci di cambiare la situazione dell’Italia. Solo in questo modo si può provare a pensare a un futuro in cui innovazione, formazione e lavoro interagiscano, senza ostacoli, per la creazione di ricchezza e benessere.

          Nel corso della conferenza sono state presentate le ricerche realizzate da gruppi di lavoro interni alla comunità dei Talenti italiani all’estero:

          • Davide Rubini, Marisa Roberto e Mario Raviglione
          • Giulio Tremonti, Cesare Romiti e Ferdinando Beccalli Falco
          • Silvana Arbia e Angelo Maria Petroni
          • Gerardo Biancofiore e Monica Beltrametti
          • Paola Castagnoli e Cesare Cardone