Il futuro dell’economia europea: le scelte della nuova Commissione
L’Unione Europea ha di fronte alcune sfide strutturali di lungo termine, che richiedono però l’avvio di politiche dall’impatto anche immediato e ad ampio spettro. Una prima questione è quella dei cambiamenti climatici, che naturalmente è su scala planetaria e per cui l’Europa ha già fissato l’obiettivo della carbon neutrality entro il 2050 (che avrà ovviamente effetti diretti anzitutto sul settore energetico).
Fintech, banca, impresa per l’open innovation
Il settore bancario è uno dei più esposti alla rivoluzione digitale. I grandi cambiamenti introdotti dalle nuove tecnologie e l’entrata di attori diversi sul mercato del credito portano gli operatori tradizionali a interrogarsi sul proprio futuro. Il timido processo di innovazione messo in campo ad oggi dalle banche italiane non sembra sufficiente a garantire la loro competitività in uno scenario che vede ulteriormente comprimersi le fonti di ricavo nel breve e medio termine.
Le priorità della nuova Commissione europea: politiche di crescita, occupazione, competitività
La nuova Commissione europea opera in un contesto caratterizzato da una maggiore incertezza e dalla ricerca di nuovi equilibri tra le Istituzioni. Da un lato, l’uscita dall’Unione da parte del Regno Unito riduce il peso politico globale dell’UE, dall’altro in molti paesi si assiste all’indebolimento delle tradizionali configurazioni partitiche e maggioranze politiche.
Women empowerment, financial inclusion and sustainable development: public choices and private partnership
L’empowerment delle donne passa attraverso un insieme di misure che chiamano in causa gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, la loro dimensione sociale, economica ed ambientale. Anche la dimensione finanziaria ha acquisito un’importanza crescente nel mondo contemporaneo. Tuttavia le donne sono poco presenti in questa sfera. Servono politiche ed azioni per una “finanza sostenibile” che guardi alle donne quali soggetti essenziali della crescita economica anche nei suoi aspetti di inclusione.
L’Italia vista dai mercati finanziari
I dati economici presentano una fotografia contrastante del sistema-paese Italia. Alcuni numeri sono incoraggianti: la bilancia dei pagamenti è positiva, l’inflazione è bassa e gli investimenti di portafoglio in asset italiani sono tornati a crescere superando, in alcuni casi, i livelli pre-crisi finanziaria del 2008. Al contempo, l’alto livello di disoccupazione, la poca crescita e il debito pubblico vicino ai massimi storici mostrano come alcuni problemi chiave siano lungi dall’essere risolti.
Il futuro della banca, la banca del futuro
Strette fra i fattori che deprimono la redditività e la concorrenza delle aziende fintech, le banche sono costrette a innovarsi. In uno scenario europeo penalizzato da bassi tassi di interesse, gli istituti di credito italiani soffrono anche per la scarsa crescita economica del Paese e per l’andamento dei titoli di Stato di cui sono fra i principali detentori. A tutto questo si aggiunge un quadro normativo europeo che ha continuato ad evolversi negli ultimi anni e ha posto come priorità una riduzione del rischio collegata ai crediti deteriorati.
Brexit e mercati finanziari: le conseguenze per l’Italia
La Brexit e l’incertezza che sta generando, rappresentano un elemento di grande novità e potenziale destabilizzazione per i mercati finanziari.
Londra ha operato a lungo come principale piazza finanziaria europea, pur essendo collocata al di fuori dall’area euro. Ora l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea pone l’Europa davanti al bivio: trovare un accordo per continuare a mantenere una buona parte delle operazioni a Londra o iniziare il lungo e faticoso percorso per la creazione di un mercato continentale.
I trend economici internazionali tra rischio geopolitico e rischi finanziari
L’economia degli Stati Uniti continua a mostrare segni di crescita molto forte e diffusa, sebbene alcuni indicatori suggeriscano possibili problemi futuri. Una visione relativamente ottimistica evidenzia il fatto che non ci sono squilibri finanziari importanti, soprattutto perché le imprese stanno andando bene. Storicamente, a meno che il settore immobiliare non sia direttamente coinvolto in una crisi di fiducia, anche correzioni significative del mercato azionario non causano recessioni.
L’Europa per le banche, le banche per l’Europa
Sono trascorsi dieci anni dalla crisi finanziaria e quattro dalla creazione dell’Unione bancaria e del sistema di vigilanza unico. È tempo di tracciare bilanci. Le banche europee sono più solide e meglio capitalizzate rispetto agli anni successivi alla crisi. Ma rimangono più piccole e meno redditizie delle omologhe oltreoceano. L’Unione bancaria creata sulla scia di un’emergenza rimane incompiuta. Manca il terzo pilastro della garanzia unica dei depositi e il backstop del fondo di risoluzione è ancora insoddisfacente. Il nesso banche-sovrani non è stato ancora spezzato.
Banche ed economia reale: un nuovo patto per lo sviluppo dei territori
Dopo un decennio di profonda crisi economica e sociale, stanno emergendo alcuni segnali incoraggianti a livello di scenario macroeconomico che fanno sperare nella possibilità di ripristinare il circolo virtuoso tra sistema finanziario, economia reale e società. Tuttavia, rimangono ancora numerose sfide da affrontare tra cui la regolamentazione e l’accelerazione tecnologica che ha portato all’emergere del fenomeno fintech.