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Attività

From vulnerabilities to resilience: strengthening human development

    • Roma
    • 31 Luglio 2014

          Istruzione, welfare e gender gap: sono questi gli item più importanti discussi nella Tavola Rotonda che ha visto come ospite Khalid Malik, Direttore dell’UNDP Human Development Report Office. Il rapporto 2014 si fonda su tre direttrici principali che misurano lo sviluppo umano a lungo termine: una vita in salute e di lunga durata, l’accesso alla conoscenza e un discreto standard di vita. Conta inoltre la capacità di una eguale possibilità di accesso. A questo si aggiunge il diritto per tutti a avere identiche opportunità di vita.

          Non è solo un problema di reddito e prodotto interno lordo: volendo ricordare la celebre espressione di Bob Kennedy il PIL non racchiude l’intera vita dell’uomo. Certo la dimensione economica ha un suo valore: le statistiche dimostrano però che anche popolazioni indigenti privilegiano la sicurezza e la dignità rispetto al reddito. Ciò non toglie che soprattutto nei paesi emergenti la globalizzazione abbia portato molte opportunità e una notevole crescita della classe media. Ha lasciato però aperti ancora i temi fondamentali di un welfare accessibile a tutti, di un’istruzione su larga scala e di un persistente divario tra uomini e donne in quanto a posizioni di leadership in azienda e in politica nonché ad una crescente diversità di remunerazione e livelli pensionistici: l’Italia ne è un classico esempio all’interno dei paesi sviluppati.

          È stato fatto l’esempio della social security universale in Cina: se da un punto di vista economico era stata ovviamente considerata troppo costosa, è pur vera l’apertura di una profonda riflessione all’interno del Partito Comunista Cinese per arrivare a considerarla un “diritto fondamentale”. Quella sul welfare è una riflessione e una sfida anche per l’intero mondo occidentale. Può sembrare una provocazione, ma c’è da ripensare il sistema di welfare; anzi, si è detto, va innanzi tutto trovata una nuova denominazione. E poi vanno poste nuove basi per affrontare una crisi che presumibilmente non tarderà ad arrivare.  

          Sul fronte dell’education è stato citato il Costa Rica come esempio di accesso universale all’istruzione: molti hanno attribuito la capacità di spesa del paese latinoamericano al fatto che non ha costi per la difesa, in quanto paese neutrale. In quest’ottica è necessario uno sforzo comune che coinvolga anche la società civile per combattere le nuove vulnerabilità. Con un potenziale differente approccio: individuare le vulnerabilità – ad esempio  quella della povertà – significa poter fare una azione preventiva per sconfiggerla.

          Quello che si sta già mettendo in atto è una capacità di assorbimento degli shocks. Ma c’è anche da costruire una “resilience ” comune: contro  il divario di genere che priva la società di forza lavoro femminile, soprattutto di donne giovani. Il fenomeno molto diffuso in Italia poggia essenzialmente su una carenza di cultura della classe imprenditoriale piccola e media, ancorata ad antichi pregiudizi, vecchi schemi e tabù culturali. Il “gender gap” è un fattore di rischio una “vulnerability” strutturale, molto diffusa. 

          Molto si è discusso sulle disuguaglianze, sia come prodotto di una società capitalistica, sia come metro di giudizio  etico e sociale. Quello che sta diminuendo – ed è una buona notizia – è la diseguaglianza nel sistema della salute dovuto anche ad una crescita generalizzata della classe media, soprattutto nei paesi emergenti. Quello che accade però è che sta crescendo la disuguaglianza all’interno delle società più sviluppate. In generale sono presenti globalmente delle asimmetrie. La sfida dei tre item – salute istruzione e genere – continuerà: nel lungo percorso del progresso umano va sempre tenuto conto che le società più giuste socialmente sono state sempre nella storia quelle con una migliore performance.