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Attività

Rumore bianco: la qualità della vita nell’era del flusso continuo delle informazioni

    • Bergamo
    • 13 Giugno 2010
          Gli Amici di Aspen si sono ritrovati a Bergamo, riuniti sul palcoscenico del Teatro G. Donizetti in occasione della quindicesima edizione della conferenza annuale del gruppo. L’incontro  – oltre, come consuetudine, a fare un punto sulla vita associativa a un anno dalla nomina del presidente Beatrice Trussardi – ha proposto una riflessione su come sia possibile conciliare una migliore qualità della vita con la necessità di gestire una massa enorme di notizie e sollecitazioni tipiche della società attuale.

          Frenesia e bombardamento incessante di informazioni questa è la cifra attuale della quotidianità. Il rumore bianco indica qui l’incessante flusso di informazioni che alla fine si annullano sino a produrre un continuo rumore di sottofondo indistinto. Come si domina questo meccanismo, che mutamenti sta generando nell’uomo va indagato adesso nei vari settori di una vita immersa in un continuum informativo che appunto talvolta genera un rumore bianco. Serve allora un nuovo approccio che permetta di catturare le informazioni necessarie, vanno costruiti dei meccanismi personali di filtraggio.

          Infatti, su tutto domina la rete che ha trasformato il modo di ricevere e diffondere le notizie e che investe i settori più disparati. Bisogna sapersi giovare delle modificate possibilità di conoscenza. È mutato l’atteggiamento verso prodotti e servizi, più sottoposti rispetto al passato al giudizio dell’utente finale che può condividere e confrontare con altri la propria esperienza pressocchè in tempo reale. Aziende, associazioni, realtà economiche e sociali cercano una nuova strada, si modificano per rispondere alla ipertrofica necessità di acquisire, scambiare e anche proteggere le informazioni.

          Tutto ciò ad alcuni sembra abbia aumentato positivamente l’attenzione nell’esigere qualità della vita. Una qualità che parte anche dall’assicurare una connettività decente alle famiglie italiane che al 55% secondo gli ultimi dati ne sono sprovviste. Ed esiste anche un atteggiamento culturale di resistenza nella comunità italiana e una disattenzione alle conseguenze che va vinto.

          Invece i nuovi meccanismi della comunicazione contemporanea, proprio grazie alle connessioni ad alta velocità e a nuovi strumenti sempre più facili e intuitivi da usare – e ancor più sembra importante il ruolo dei media sociali che creano nuovi mezzi di scambio di informazioni – dovrebbero portare tutti i cittadini del mondo su un palcoscenico, ecco la metafora e il simbolo del luogo della conferenza. Tutti devono comprendere che il confronto oggi è con un panorama enorme di commenti e giudizi che provengono dall’arena globale.

          Tracciato un primo quadro statistico dell’Italia, dalla quale emerge anche una percezione della crisi attuale migliore del resto dell’Europa, è importante indicare come si stia lavorando ad adattare i parametri statistici e gli algoritmi con i quali si producono i metadati adatti a descrivere la realtà della nuova epoca. La vita economica è alla ricerca di risposte perché la condivisione dell’informazione muta anche il rapporto fra domanda e offerta, la domanda adotta ciò che propone l’offerta. Le nuove idee vanno esplorate, sino a una produzione che sia adottata dal mondo. Se la produzione di una maglietta costa 1 euro ed è venduta a 50 euro, i restanti 49 euro sono proprio in questa catena del valore che è immateriale. Questo apre molti scenari nuovi anche per chi lavora nella produzione editoriale – ancora si è alla ricerca di un equilibrio tra i contenuti off e on line, tra cartaceo e digitale – e televisiva con una differente intermediazione degli spazi pubblicitari.

          Una serie di testimonianze ha permesso di illustrare le novità in campo medico dove le tecnologie informatiche più avanzate possono contribuire a costruire un sistema sanitario più vicino alle persone, che però in parte si scontra con un ambiente dove la trasparenza non è sembra gradita e la diversa proprietà dei dati sanitari che negli USA sono dei cittadini, mentre in Europa i dati appartengono a chi li raccoglie, per esempio l’ospedale. Serve un cambio culturale che porti all’empowerment del cittadino. Non è mancata una riflessione urbanistica, su come muta la concezione e costruzione dei luoghi, su come questi siano prima esperiti in rete, poi visitati e infine raccontati in rete e come però ci sia una sciagurata gestione degli spazi agricoli, con un consumo di suolo molto negativo, mentre di contro intere aree urbane siano sfitte per esempio a Milano ci sono 900.000 m2 di uffici vuoti. E una finale riflessione sul mare di immagini nel quale navighiamo, e come ci si deva impegnare a esercitare una ecologia dello sguardo. A conclusione dei lavori Thomas Crampton pioniere dei social media ed esperto internazionalmente riconosciuto – che ormai da tempo ha trasferito la sua attività giornalistica solo in rete – ha tracciato un ritratto di questi nuovi media dalla base tecnologica sino alle implicazioni economiche, ai nuovi meccanismi relazionali, di guadagno e di offerta.

            Strillo: Rumore bianco: la qualità della vita nell’era del flusso continuo delle informazioni