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Attività

Realtà e miti della ricerca scientifica e tecnologica in Italia

    • Milano
    • 14 Novembre 2011

          Gli Amici di Aspen si sono trovati al Museo della Scienza e della Tecnologia per la tredicesima riunione del gruppo che secondo tradizione si è aperta col dibattito su un ventaglio di argomenti provenienti dal gruppo per individuare il tema da approfondire in primavera nella prossima conferenza annuale. Il dibattito è stato preceduto dalla presentazione dei nuovi associati ad Amici di Aspen e da un breve resoconto sulla vita del gruppo negli ultimi due anni, caratterizzati dall’intento di dare spunti inediti al lavoro quotidiano di chi fa impresa, con una attenzione a coinvolgere le nuove generazioni. Ampio spazio è stato dato all’ospite dell’incontro, professor Luciano Maiani, fisico teorico alla guida del CNR sino a luglio 2011 che ha permesso di confrontarsi con le realtà e i miti della ricerca in Italia, proseguendo un filone di dibattito che evidenzia come i saperi scientifici e culturali abbiano un ruolo primario nello sviluppo della società e dell’economia.

          I dati qui presentati (quelli della Royal Society, l’accademia delle scienze inglese) hanno indicato che l’Italia si colloca al sesto posto mondiale per produzione scientifica, risultando un  paese fra i più competitivi a livello mondiale nella ricerca. Certo per rimanere al passo con i competitor europei bisogna mettere in campo importanti interventi di manutenzione. La questione principale riguarda il finanziamento della attività di ricerca: mentre il settore pubblico ha una spesa leggermente inferiore a quella degli altri paesi occidentali, il vero gap da colmare è dal lato delle imprese.

          Si tratta di un problema strutturale: l’Italia ha piccole imprese che fanno poca ricerca e basa il suo sistema produttivo su settori meno research intensive rispetto ad altri paesi. Gli investimenti delle grandi aziende, i maggiori finanziatori delle attività di ricerca, non sono sempre sufficienti e diventa necessario trovare un modo per avvicinare ulteriormente tessuto produttivo e mondo dell’innovazione.

          Fra le soluzioni più interessanti, per aumentare queste connessioni, vi è la creazione di spin-off. Negli ultimi anni è stato fatto uno sforzo considerevole per favorire la creazione di nuova imprenditoria a partire dai laboratori e dalle università, anche se questo strumento deve essere utilizzato con attenzione. È necessario promuovere ricerca e sviluppo in settori tecnologici dove le piccole e medie imprese sono poco presenti, ma non sottrarre risorse preziose allo sviluppo industriale e alla crescita dimensionale di altre realtà imprenditoriali.

          Per risolvere queste e altre criticità sarebbe utile un quadro organico di interventi che non azzeri radicalmente quanto costruito fino ad oggi, ma metta in campo una serie di interventi per proteggere e programmare i fondi destinati alla ricerca, effettuare una valutazione sistemica degli attori – dalle istituzioni ai singoli ricercatori – semplificare la burocrazia.

          L’analisi delle realtà e dei miti della ricerca scientifica ha portato anche a toccare altri temi importanti per l’economia e la società: fra le idee sul tavolo i modelli di sviluppo per riagganciare la ripresa e la creazione di capitale umano. Torna l’adagio di come sia fondamentale uno sforzo per migliorare l’efficienza di tutto il sistema formativo, dalla scuola elementare all’università, internazionalizzandolo e favorendo un maggiore dialogo con il mondo del lavoro.